Subito dopo le amministrative, il partito di Silvio Berlusconi e Angelino Alfano è costretto a fare i conti con un triste bilancio finale. E’ dura per tutti accettare di essere fuori dai giochi. Per tutti, tranne forse che per Berlusconi, che decide di restare lontano dall’Italia anche se questo non sarebbe proprio il momento ideale per abbandonare il Popolo della Libertà. “Rifugiatosi” a Mosca per assistere alla cerimonia d’investitura dell’amico Putin, in realtà non sembra per niente scosso, anzi, alla notizia della sconfitta riesce a vedere il lato positivo di tutta la faccenda: “Ora che c’è il festival dell’antipolitica pensavo ci fosse un’affluenza più bassa e più penalizzante per noi. I risultati sono andati al di là delle aspettative”.
Per Alfano “E’ stata una sconfitta, ma non ci troviamo di fronte ad una catastrofe . Paghiamo un prezzo nella consapevolezza che lo stiamo pagando per il bene dell’Italia”. Secondo il parere di Angelino Alfano, il Pdl sarebbe “vittima” di scelte antipopolari come ad esempio il sostegno dato al governo Monti, e che ad ogni modo non gli verrà negato, che negli ultimi tempi non ha contribuito a conquistare il cuore degli italiani. Ma questa è un’affermazione leggermente ridimensionata rispetto ai quattro anni di governo in cui contraddire un’imminente crisi economica e sminuire qualsiasi tipo di difficoltà era all’ordine del giorno. Forse gli italiani sono stanchi di vivere quella realtà artificiale, di sentirsi dire che tutto va bene se non è la verità.
Per La Russa invece, l’errore va ricercato nella scelta dei candidati sbagliati: “C’è la mania di cercarli con la faccia carina senza sapere da quale esperienza amministrativa vengano mentre la gente vuole persone affidabili”. Restando in tema di affidabilità, i risultati del primo turno segnano anche la fine della leadership di Umberto Bossi. A quanto pare infatti la Lega Nord ha subito una sconfitta schiacciante, anche se non del tutto imprevedibile. E’ sicuramente emblematica la scelta dell’elettorato di Como e Monza, che ha deciso di non dare più fiducia ad un partito che negli ultimi tempi è sotto i riflettori per fatti non proprio ammirevoli. Neanche la campagna elettorale che Umberto Bossi negli ultimi giorni ha personalmente sostenuto nelle principali città padane è servita a far dimenticare il disastro della Lega e gli scandali di Belsito e del Trota.
Intanto mentre il Pdl e il centrodestra crollano inesorabilmente, il Partito Democratico continua a smarrirsi nelle sue primarie confusionarie, e il Terzo Polo prende atto che l’auto-referenzialità della credibilità di stampo post democristiano non può avere nessuna corrispondenza in un momento come questo, Beppe Grillo trionfa con il Movimento Cinque Stelle, per molti una vittoria antipolitica. Di sicuro questi risultati segnano la fine della “classica” politica nazione. Gli italiani hanno deciso di dare fiducia ad esponenti “nuovi, giovani e in gran parte non legati a precedenti esperienze all’interno dei movimenti politici”. Una nuova, idea di partecipazione alla vita politica. Ora Grillo non potrà più essere ignorato, questo è certo, ma scendere in piazza e lamentarsi di tutto e tutti non basta più. Ora l’antipolitica è diventata politica a tutti gli effetti e questo è il momento giusto per mettere in atto tutte le promesse fatte in questi anni.
Anna Panarella
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