Il dizionario ci dà questa definizione della pubblicità: ”Insieme di attività e di mezzi attraverso cui si richiama l’attenzione del pubblico su prodotti commerciali, servizi, prestazioni di vario tipo”.
Serve quindi a orientare strumentalmente le masse, siano esse spettatori della tv o anche utilizzatori di internet, attraverso i così detti spam.
Tanti anni or sono la pubblicità aveva quasi un carattere familiare, coinvolgente (carosello), attraverso il quale lo spettatore non si sentiva raggirato ma era desideroso di provare quel prodotto; lo spettatore dell’epoca non si sentiva preso in giro.
Oggi la pubblicità è una macchina infernale che travolge ogni cosa, ogni aspetto della nostra vita, crea false abitudini e false mode.
Spesse volte non si riesce a comprendere il confine tra lo spettacolo e la pubblicità; c’è una commistione totale tra finzione e realtà, una confusione di ruoli, il vero spettacolo diventa la pubblicità: è tutto fatto in funzione di essa.
La troppa e ingannevole pubblicità diventa controproducente: dentro ci troviamo di tutto, famiglie falsamente felici per una caramella, oppure sconti continui su prodotti assolutamente falsi e altro ancora.
Il consumismo sfrenato è il cibo che alimenta la proliferazione e l’invasione sempre più assordante della pubblicità.
La pubblicità invasiva e fraudolenta è altamente pericolosa perché orienta le masse attraverso meccanismi di modificazione della realtà alterando il rapporto tra prodotto vero e prodotto pubblicizzato con immagini falsificate.
È un fatto a tutti evidente che la pubblicità ci assedia e ci colpisce da ogni parte, senza soste e con ogni mezzo: nel chiuso della nostra casa mediante la radio, la TV, i giornali, per strada, mediante cartelloni, manifesti volantini; nei bar, al cinema, nei locali pubblici. Oggi giorno la pubblicità ci assale ovunque.
Crea modelli patinati, illusori di una vita che non c’è.
La pubblicità sui bambini ha conseguenze ancora sconosciute, poiché apprezzano e rimangono quasi paralizzati dagli spot.
Le trasmissioni per i bambini sono vergognosamente intasate da spot pubblicitari che naturalmente confondono la realtà con la fantasia, creando nei loro piccoli cervelli un mondo che non esiste.
Bisognerebbe calmierare questo meccanismo, riportando la pubblicità alla sua vera essenza e cioè quella di pubblicizzare un prodotto per quello che è realmente in modo che l’utente in caso di bisogno possa fare una scelta libera e consapevole.
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