Cari amici girovaghi, siete pronti per un nuovo viaggio?
Stavolta non dovrete imbattervi in tedeschi ubriachi né nascondervi durante riti di cannibalismo.
No, stavolta saremo noi e l’ambiente.
Noioso? Neppure per nulla!
Vi sembrerà di calpestare il suolo lunare!
Venite! Partiamo!
Questa settimana vi porto in Turchia, precisamente nel bel mezzo dell’Anatolia centrale. Ed ancor più precisamente in Cappadocia, quella magica regione con al centro le città di Nevsehir, Avanos e Urgup.
E’ una zona che definirei quasi fiabesca, con un paesaggio composto da un labirinto di torri, canyon, crepacci, pinnacoli e villaggi rupestri dai colori straordinari, che vanno dal rosso all’oro, dal verde al grigio, legati alle diverse impurità (principalmente ossidi di ferro) presenti nei livelli di tufo.
Io credo che tutti, almeno una volta nella vita, dovrebbero visitarla. E voi oggi lo farete con me.
Stiamo passeggiando lungo le valli che si distendono tra i villaggi di Urgup, Avanos e Goreme.
Nello specifico, siamo sulla strada che va da Nevsehir a Urgup. Guardate, sembra di stare in una dimensione parallela, qualcosa di veramente fuori dal comune.
Lì! Guardate lì! Quella è la maestosa fortezza rupestre di Ortahisar. Sembra una bàlia che volge un occhio guardingo e protettivo a tutti gli abitanti del villaggio.
Dai, rechiamoci a nord di Urgup, vi mostrerò la bellissima Valle di Devrent, dove il tempo ha eroso la roccia formando picchi, coni e obelischi. La più popolata era la Valle di Goreme (oggi divenuto un Parco Nazionale), dove si stimano oltre 300 chiese, alcune delle quali splendidamente affrescate. E c’erano anche città sotterranee, come Derinkuyu, dove si contano nove piani sotto il livello del suolo. Claustrofobia portami via!
Ma la maggiore attrazione naturale (e sottolineo il termine “naturale”) ancora devo svelarvela..
Siamo diretti per la strada che va da Cavusin a Zelve. Una strada costeggiata da.. da.. I Camini delle Fate.
Avviciniamoci maggiormente e poi ditemi se non son degni di un libro di fiabe, queste formazioni rocciose!
Su, aumentate il passo che sono impaziente!
Ammiratele, sono troppo curiose ed ipnotiche! I fori che si vedono nelle rocce non sono altro che dimore troglodite. E non si tratta di un incantesimo, come il nome suggerisce: il corrugamento della superficie terrestre nel bel mezzo di un altopiano a 1.000 metri d’altitudine è il risultato della paziente opera di Madre Natura, complici due vulcani assopiti da tempo, l’Erciyes e l’Hasan. Ceneri e lapilli ricoprirono (circa 8 milioni di anni fa) tutto il paesaggio, formando ampie distese orizzontali di tufo chiaro. Le colate di lava sigillarono il tutto, fino a formare un solido substrato di basalto scuro.
Successivamente, quando alcune migliaia di anni dopo, il clima mutò e si fece più freddo e umido, violenti acquazzoni e piogge torrenziali spazzarono la zona, dando vita a corsi d’acqua veloci e potenti. Questi fiumi erosero il tenero tufo e originarono un fitto reticolo di valli incassate e ripidi versanti.
Ma non è finita qui.. I processi erosivi continuarono a modellare il paesaggio, ampliando le gole e creando nuovi intrichi di creste e valli.
Tutto venne eroso e asportato. O quasi.
Alcune porzioni del rilievo infatti, ancora protette dal duro strato basaltico che le proteggeva, hanno resistito all’azione dei processi erosivi.
Ed è così che oggi, in queste straordinarie valli turche, si possono osservare centinaia di pinnacoli, alti fino a 30 metri, con un buffo tetto nero e piatto sulla sommità.
Guardatele in tutta la loro altezza.. Sembrano esili piramidi scolpite nella roccia. E che belle quelle porticine e quelle finestre! Tutte diverse e che si aprono su più livelli!
Anche il sacerdote francese Guillaume de Jerphanion, quando li osservò per la prima volta nel 1907, ne rimane estasiato. E come dargli torto!
Sapete cosa narra la leggenda locale che ruota attorno ai Camini delle Fate?
Che queste strutture in realtà sarebbero soldati che un dio anatolico pietrificò per salvare gli abitanti da un’invasione nemica.
Ma noi sappiamo scientificamente come è andata e la cosa veramente affascinante è che si tratta di un fenomeno geologico ed, in quanto tale, in continua evoluzione.
Un tempo, queste formazioni rocciose venivano scavate e abitate, come rifugio di anacoreti ed eremiti cristiani, monaci e contadini.
Oggi si possono visitare solo alcune di queste abitazioni, talora ancora adesso sede di turchi perché confortevoli ed adatte ai climi locali: in effetti queste case sono calde e prive di correnti d’aria nei periodi invernali, e fresche nelle lunghe giornate estive. Cosa c’è di meglio?
I Camini delle Fate non abitati, invece, sono un’attrazione per turisti provenienti da tutto il mondo.
Anche se hanno perso parte del loro crudo e solitario fascino a causa di svariate bancarelle da cui sono circondate.
D’accordo, voi perdetevi pure tra i colori del mercatino turistico, io provo a vedere se qualcuno mi ospita per scoprire l’interno dei Camini delle Fate!
Merhaba!
La Redazione
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