BRUXELLES – «Il governo prenderà in considerazione tutti i suggerimenti». «Il saldo di bilancio non è l’unico caposaldo» ma i conti devono tornare. Mario Monti conferma la disponibilità del governo a rivedere la legge di stabilità, ma non intende procedere ad un’altra manovra. Durante la conferenza stampa conclusiva del consiglio europeo, il Professore fa un po’ il punto sull’azione del governo ammettendo qualche errore «che conosco bene» ma che non dice, ma non «tale da indurre ad un particolare rammarico». Le critiche se le aspettava perché la legge di stabilità non è di quelle leggi «che va giù come un bicchier d’acqua».
Mostra di avvertire le pressioni dei partiti di maggioranza e si prepara agli incontri con Berlusconi, Bersani e Casini, ma nonostante i toni concilianti e le «tantissime idee» che dice di avere per modificare il testo, ricorda la situazione che ha ereditato il suo governo e l’impegno al pareggio di bilancio nel 2013. «Il trattamento somministrato alle famiglie è stato duro, durissimo», ammette, ma i frutti si vedono e, a suo giudizio, «la crisi è in via di superamento» malgrado le difficoltà che incontra il negoziato tra i Ventisette su unione bancaria e meccanismi di funzionamento del fondo anti-spread (Esm).
Infatti la road map decisa a giugno dal Consiglio Europeo ha subito ieri una frenata che sarebbe risultata ancora più brusca se fosse passata la proposta tedesca di istituire un altro e alto commissario Ue con diritto di porre il veto sui bilanci dei singoli paesi. Monti boccia la proposta tedesca e promette che «non ci sarà un’altra cintura di castità» sui bilanci. «Anzichè sovraccaricare la disciplina di bilancio come se vivessimo in cattiva fede, abbiamo pensato di valorizzare l’incoraggiamento sulle riforme strutturali» dei Paesi che sono indietro. La sortita della Merkel non è piaciuta anche alla Francia e Monti non l’ha presa bene e lo fa capire al termine di un consiglio europeo più faticoso del previsto e che ha costretto i Ventisette a fare le ore piccole.
La Merkel ha fatto di tutto per rinviare sine die l’attuazione delle misure decise al summit di luglio sull’unione bancaria che, grazie ad una lunga e faticosa mediazione, non partiranno più dal primo gennaio ma probabilmente solo nel 2104 e comunque dopo le elezioni politiche che si terranno in Germania nell’autunno del prossimo anno.
Malgrado tutto il Professore, con a fianco il ministro Moavero e la portavoce Olivi, si mostra soddisfatto per l’esito del summit perchè, insieme alla Francia «noi non abbiamo fatto accadere» ciò che avrebbe voluto un membro del Consiglio europeo. Racconta Monti che sarebbe stato il presidente della Commissione europea Manuel Barroso a scongiurare questa ipotesi che avrebbe riportato tutto «alla calende greche». Invece Barroso, spiega Monti, «ha prontamente letto le delibere già prese e in vigore relative ai poteri ben superiori attribuiti al commissario agli Affari economici».
Stoppato il tentativo della Merkel, dovuto più che altro ad esigenze di campagna elettorale, Monti ha raccontato che nel corso del vertice si è anche discusso «della crescente insofferenza per i vincoli europei» che si avverte in molti paesi «Italia compresa».
I Ventisette hanno condiviso l’idea, nata settimane fa a Cernobbio, di un vertice a Roma «da tenersi in primavera», che affronti il tema dei rigurgiti nazionalisti e dei populismi che minacciano l’integrazione europea. «Fenomeni che si stanno aggravando» a causa della crisi ma che in Italia è meno forte «che in altri paesi» perché l’Italia «sta dando prova, mi sembra, di grande responsabilità e tenuta».
Fonte: IL MATTINO.IT
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