Ha gli occhi grandi, lo sguardo determinato e un sorrisetto sagace che gli increspa le labbra. Soprattutto oggi, dopo che ha ricevuto la fatidica “chiamata”. Lorenzo Insigne ha 21 anni appena compiuti, eppure ha già raggiunto molte delle tappe del calcio che conta. Prima il contratto con il Napoli, e ora la convocazione in Nazionale, dove ha ereditato il ruolo di Cassano. E qualcuno già lo chiama “il Magnifico”, in una attestazione di stima affettuosa e grandi aspettative nei suoi confronti.
Una popolarità che potrebbe intimidire un ragazzo poco più che ventenne, ma non lui. Nato nella città che del calcio ha fatto un culto supremo, e che ha innescato e visto brillare la stella di Maradona, Lorenzo insegue questo traguardo da quando era bambino. Un’infanzia passata a sognare la maglia azzurra e a guardare i gol di Del Piero alla tv. Un sogno che si concretizza per la prima volta a soli quindici anni, quando il settore giovanile del Napoli lo acquista dall’Olimpia Sant’Irpino. Già allora Lorenzo era una giovane promessa. Una promessa che non è stata smentita. Appena due anni dopo Insigne si ritrova a sedere sulla panchina del Napoli, prima con Donadoni, poi sotto la guida Walter Mazzarri, artefice del suo primo debutto in serie A.
Poi, due anni fa, il Napoli decide di cederlo al Foggia, dove incontra Zeman, che seguirà poi l’anno dopo al Pescara. Tra i due nasce subito una prolifica sinergia, che farà concludere positivamente il campionato dei rossoneri pugliesi, con 19 goal messi a segno proprio dal giovane Insigne. Che ormai è un vero professionista, in grado di trainare una squadra alla vittoria. Con 18 reti segnate, Insigne sbalordisce anche i tifosi del Pescara, guadagnandosi il titolo di vice-capocannoniere alle spalle di Ciro Immobile e rendendosi protagonista della promozione del club pescarese in serie A. Circostanza che probabilmente ha spinto i vertici della SSCN a puntare nuovamente i riflettori su di lui. Così, finalmente, per questa stagione 2012-2013 Lorenzo è tornato a casa, nella sua amata Napoli. E da titolare.
Oggi Lorenzo è più maturo di allora. Continua a sognare, ma lo fa ad occhi aperti. E i suoi sogni si chiamano scudetto (per il Napoli) e Brasile, dove si svolgeranno i mondiali 2014. Uno dei due sogni, quello della Nazionale, è quasi realtà. E, con la caparbietà e la forza di questo piccolo vulcano, non è detto che non si realizzi anche il secondo.
Giuliana Gugliotti
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