Ha suscitato scalpore la sentenza n. 22677 della Corte di Cassazione secondo la quale si annulla il vincolo matrimoniale qualora un coniuge teorizza l’infedeltà coniugale. Per cui un matrimonio inficiato dalla teorizzazione della infedeltà e delle coppie aperte può essere annullato. Si giunge ad un vero e proprio processo alle intenzioni in cui il solo dichiarare, da parte di un coniuge, di preferire la cosiddetta “coppia aperta”, senza consumare un’infedeltà, rende il matrimonio nullo, poiché viene messo a repentaglio il rapporto fiduciario della coppia. Il dovere di fedeltà, secondo la sentenza n. 22677, non implica soltanto l’astensione da rapporti sessuali extraconiugali ma consiste in una dedizione spirituale oltre che fisica verso il partner.
Mantenere, in tal senso, il dovere di fedeltà coniugale, risulta sempre più difficile nella società moderna. Essa sta cambiando il modo in cui si instaurano le amicizie e i rapporti con l’altro sesso; si modifica anche il modo in cui nascono i sentimenti e il tipo di relazioni d’infedeltà.
Negli ultimi anni lo sviluppo informatico ha consentito di soddisfare ogni fantasia attraverso la pratica virtuale, permettendo di entrare da protagonisti nella relazione con l’altro senza compromettere la fiducia o la fedeltà fisica. In realtà, però, la pratica virtuale è stata oggetto di polemica in quanto ritenuta responsabile dell’aumento dei casi d’infedeltà. All’origine di numerosi divorzi ci sarebbero proprio le attività extraconiugali in rete; secondo le statistiche stimate dal sito Infidelitycheck.com un terzo dei divorzi è causato da flirt virtuali.
In rete, grazie all’anonimato, alla situazione protetta, caratterizzata dal non contatto fisico, ogni individuo riesce ad aprirsi più facilmente con l’altro; attraverso il web e le risorse che esso offre, come le chat, si tende ad instaurare più velocemente un rapporto con il proprio interlocutore. Quel che emerge è l’aspetto interiore, emergono le idee, gli interessi, i gusti; l’aspetto fisico passa in secondo piano poiché quel che la persona cerca è un rapporto gradevole all’interno del quale condividere qualcosa. Su queste basi nascono i sentimenti che possono dare adito a sviluppi successivi. In questa modalità di rapportarsi l’idealizzazione gioca un ruolo fondamentale: in rete, non avendo una conoscenza profonda e esaustiva dell’altro, si tende a proiettare sull’altro ciò che si sta cercando, ciò che si vorrebbe; l’altro diventa il contenitore di tutte le proprie aspettative che spesso nella realtà decadono, poiché frutto di una propria illusione.
Inizialmente questo fenomeno interessava soprattutto gli uomini; con il passare del tempo però, sempre più donne sono cadute in questo tunnel dei rapporti virtuali che nel 15-20% dei casi si trasformano in veri e propri legami reali.
Quel che per alcuni poteva rappresentare un semplice gioco assume adesso l’importanza e la gravità del peccato, che non viene più solo condannato dal tribunale ecclesiastico ma anche dal tribunale civile. E’ importante non dimenticare che la realtà quotidiana è ben diversa da quella virtuale e che le conoscenze tramite la rete sono un ottimo modo di iniziare un’amicizia ma, per non cadere in errore, è necessario tradurre ben presto il rapporto in un contatto reale.
Indipendentemente se l’oggetto delle proprie fantasie sia una persona conosciuta in rete o meno non cambia il doversi porre delle domande sulla propria relazione di coppia. Nel momento in cui si instaura una curiosità che va al di là della semplice amicizia e si fantastica un tradimento vuol dire che non si è più soddisfatti ed appagati della propria relazione con il partner e si cerca in un terzo la soddisfazione dei propri bisogni.
L’altro, esterno alla coppia, non fa che colmare un vuoto presente nella relazione di coppia; di certo la fantasia, il tradimento platonico, aiuta la coppia a superare un momento di crisi, ma si tratta soltanto di un escamotage per aggirare il problema. Quindi anche se si tratta di un amore platonico o di un adulterio apparente rimane una forma di tradimento, poiché implica la rottura del contratto di fiducia e di fedeltà di una coppia che può diventare ragione di divorzio.
Simona Esposito
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