Nella manovra finanziaria agosto-settembre 2011 varie sono state le novità approvate. Secondo quanto previsto in un emendamento del Pd alla manovra approvato dalla Commissione Bilancio del Senato, sono “salve” le tre feste civili del Primo Maggio, festa del lavoro, 25 Aprile, ricorrenza della Liberazione, e il 2 giugno festa della Repubblica, mentre nulla di fatto per le feste patronali, che verranno accorpate alla domenica. Vale a dire che in una città si potrà festeggiare solo la domenica successiva alla ricorrenza.
Resta invece la celebrazione a Roma dei Santi Pietro e Paolo, come da Concordato. Tutto questo nel decreto delle misura anti-crisi, ma la domanda è : abolire la festa di San Gennaro a Napoli, quanto influirà sulla produttività della nazione ? Una delle particolarità del nostro paese è proprio la Festa del santo patrono. E molti turisti accorrono proprio per assistere alle particolari manifestazioni di quei giorni di festa.
L’eurodeputato del Pd Andrea Cozzolino, si è così espresso in merito all’accorpamento alla domenica delle feste patronali : ”E’ una proposta sbagliata e addirittura controproducente. Oltre a rappresentare una ricorrenza importante per i credenti e non, queste feste sono anche un’occasione significativa per tante attività commerciali, artigianali e turistiche. Inoltre credo che sarebbe comunque un provvedimento inutile. Dubito fortemente che i napoletani andrebbero a lavorare il 19 settembre invece di festeggiare San Gennaro”.
Ma le proteste si fanno sentire in tutto il territorio nazionale, a Sud come al Nord, da Napoli a Milano. Spostare le feste alla domenica successiva significa tagliare “ponti lunghi” e questo non piace a nessuno. Il presidente del Consorzio dei Comuni Marino Simoni afferma : “è una scelta ingiuriosa nei confronti della tradizione”continua : “le feste dei patroni, a prescindere dal significato religioso, sono un fondamento della nostra cultura europea. E poi abolirle da noi, che siamo una terra di turismo, non ha senso. La gente in queste occasioni si sposta per scoprire i territori, c’è davvero chi pensa di risparmiare così?”.
Il coro è unito in tutta Italia : «Giù le mani dai santi patroni». È davvero il caso di dire che nemmeno i Santi vengono lasciati in pace.
Giuseppina De Angelis
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