Seducente, inarrivabile magnetica. Diva tra le dive. Fianchi morbidi, capelli d’oro e labbra vermiglie dischiuse in un sorriso. Mentre con tutte e due le mani si trattiene sulle gambe la larga gonna a campana di un vestito bianco che si solleva al soffio di una ventola di areazione. Questa è l’immagine istantanea che viene in mente a tutti quando sentono il nome di Marilyn Monroe. Ed è anche l’immagine che è diventata icona di femminilità e bellezza, oltre che manifesto del cinema degli anni Cinquanta.
Una vita tormentata, quella della stella più luminosa di Hollywood, trascorsa tra passerelle e riflettori della mondanità, insicurezze private, amori contrastati e depressioni silenti. Una stella che si è bruciata in fretta, spegnendosi sotto l’effetto dei barbiturici in una sera di agosto del 1962, a soli 36 anni, lasciando dietro di sé una scia intramontabile.
Marilyn Monroe nasce il 1° giugno 1926 a Los Angeles, da madre nubile e psicolabile e padre incerto, con il nome di Norma Jeane Mortenson. Trascorre l’infanzia tra famiglie affidatarie e orfanatrofi, circostanza che inciderà profondamente sulla natura dei suoi rapporti affettivi, fin quando non incontra Grace McKee, archivista di pellicole alla Columbia Pictures, che le instilla l’amore per il cinema. L’instabilità emotiva la spinge però a cercare punti di riferimento più stabili: sedicenne, Norma sposa James Dougherty e diventa di fatto moglie e casalinga.
L’ingresso nel bel mondo avviene in maniera casuale: è il suo datore di lavoro presso uno stabilimento di aereoplani che per primo ne nota la bellezza e la convince a posare per un servizio fotografico che allieti il morale degli uomini al fronte. La fine della guerra porta con sé anche il divorzio da Dougherty e la decisione di tentare la strada della celebrità. Norma si schiarisce i capelli e diventa Marilyn. Sotto la guida del fotografo André de Denies e di Emmeline Snively, direttrice della più prestigiosa agenzia pubblicitaria di Hollywood, impara come sorridere, come muoversi e come parlare. Dopo pochi mesi il suo volto è su tutte le più importanti riviste statunitensi. Le sue foto fanno il giro del mondo. Norma diventa Marilyn. Inizia così il percorso che la porterà ben presto a diventare la star più acclamata di Hollywood. Nel 1952 ottiene il suo primo ruolo di protagonista nel film “La bocca brucia”, ma il successo vero e proprio arriva con “Niagara”, che la vede recitare accanto a Joseph Cotten. Seguono “Come sposare un milionario” e “Gli uomini preferiscono le bionde”, “La magnifica preda” e “Quando la moglie è in vacanza”. Titoli che sono pietre miliari della storia del cinema.
Al successo di pubblico però non fa eco quello sentimentale: da quel punto di vista Marilyn colleziona una serie di fallimenti. Dal matrimonio con Joe Di Maggio (1954), noto giocatore di baseball, a quello con Arthur Miller, affermato commediografo, trascorrono appena due anni. Marilyn crede di aver finalmente trovato l’amore della sua vita, ma ancora una volta si sbaglia. Il matrimonio inizia a traballare pochi anni dopo. Al flirt con Yves Montand segue la relazione segreta con J.F. Kennedy.
Intanto Marilyn gira l’intramontabile “A qualcuno piace caldo”, fonda una casa di produzione – che però sarà un autentico fiasco – e vince un Golden Globe (1962) come migliore attrice. Il mondo intero la considera una diva inarrivabile, ma lei ha solo bisogno di normalità. E di un po’ d’amore. Per sfuggire alle pressioni della vita mondana si rifugia nei barbiturici e nell’alcool. Il suo declino è già iniziato. Il divorzio da Miller e il licenziamento dal set di “Something got to give” sono le gocce che fanno traboccare il vaso. Nell’agosto del 1962, lo stesso anno che vede la sua stella brillare più che mai, Marilyn Monroe viene trovata morta in casa sua, in circostanze che restano tuttora misteriose. Suicidio, stabiliscono gli inquirenti. Ma è un’ipotesi che convince poco chi sospetta che la sua morte abbia in qualche modo avuto a che fare con il suo legame con il presidente degli Stati Uniti.
Un dubbio che ha contribuito ad accrescere l’aura di mistero che tuttora avvolge la figura quasi mitologica di Marilyn Monroe. Che, proprio come le stelle più brillanti, ha esaurito prematuramente la sua luce.
Giuliana Gugliotti
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