«Rivolgo il mio pensiero a quanti hanno sofferto o soffrono a causa di abusi. Vorrei assicurare loro che sono presenti nella mia preghiera, ma vorrei anche dire con forza che tutti dobbiamo impegnarci con chiarezza e coraggio affinché ogni persona umana, specialmente i bambini, che sono tra le categorie più vulnerabili, sia sempre difesa e tutelata». Queste le parole di Papa Francesco in occasione della giornata contro la violenza e contro la pedofilia, aggiungendo – in una seconda occasione – «la legalizzazione dell’aborto e dell’eutanasia non è mai lecita, e l’obiezione di coscienza verso queste leggi è un diritto fondamentale».
Qualcosa, però, non torna in base alle dichiarazioni di monsignor Fabio Martinez Castilla che stanno, proprio in queste ore, destando non poco imbarazzo alla Chiesa e indignazione tra i fedeli. «Da un punto di vista qualitativo, è molto più grave l’aborto dell’abuso su un bambino da parte di un sacerdote – e continua – quando viene perpetrato un atto di pedofilia è il futuro del bambino a morire, l’aborto è un assassino». Il monsignore dell’arcidiocesi di Tuxtla, nella regione del Chiapas, ha ammesso che entrambi gli atti arrecano, però, un danno enorme e meritano di essere puniti. I preti pedofili vanno scoperti e banditi, ma non presi di mira perché – in tal caso – anche «insegnanti, politici, dottori e chiunque agisca contro il bene e la libertà di un bambino dev’essere punito».
La posizione della Chiesa sulla questione aborto è sempre stata piuttosto chiara. Da sempre è un terreno su cui si scontra con la politica e con la società, della cui salvezza fisica e morale non sembra curarsi realmente. Lo shock si è venuto a creare nel momento in cui lo si definisce un atto indegno, quanto e più dell’abuso di minorenni per mani dei preti. Questo è inaccettabile per la comunità e per la società attuale. Anche Papa Francesco, in meno di tre mesi dal suo Pontificato ha espresso il suo sdegno a riguardo. Per non parlare di Papa Benedetto XVI che, secondo voci trapelate, si sia dimesso anche per le continue denunce di pedofilia ad opera di membri della Chiesa, le stesse persone che dovevano proteggere quei minori.
Purtroppo Monsignor Castilla è abituato a destare scalpore con le sue dichiarazioni. Già una volta additò il monsignor Juan Antonio Reig Pla con l’appellativo “pazzo” per aver consigliato ai suoi fedeli la pratica del sesso anale per evitare gravidanze e, quindi, potenziali aborti. Anche sull’uso dei preservativi ha voluto dire la sua: «È come affermare che l’unico di modo di fare pace sia quello di uccidere gli altri. La migliore soluzione al problema della responsabilità è che i genitori siano responsabili non solo nell’allevare ma anche nell’educare i figli».
Roberta Santoro
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