L’euro non è ancora al riparo dalle “turbolenze dei mercati”. Per questo, sottolinea Francois Hollande, al vertice UE di fine mese “non accetterò mezze misure”: servono “meccanismi stabili, durevoli e con risorse sufficienti” per mettere l’euro al riparo della speculazione, anche e soprattutto rilanciando la crescita, afferma dal cortile d’onore di Palazzo Chigi, dove ha incontrato il Presidente del Consiglio Mario Monti. Lasciando al collega italiano che parla di “grande convergenza di vedute” con il Presidente della Francia, il compito di mediare con Frau Angela, che oggi ha avvertito che “misure facili” per uscire dalla palude “non ce ne sono”. Una mediazione che Monti è pronto a giocare.
Anzi a portare avanti, come sempre fatto in questi ultimi tempi: “Rispetto al Presidente Hollande ho avuto qualche mese in più per discutere con la Merkel e ho sempre trovato un grande interesse comune a individuare soluzioni migliori, sia sotto il profilo della crescita sia sotto quello della stabilità: non credo che ci siano Stati membri fermi e altri che debbano muoversi”, insiste il Premier, spiegando che la cancelliera tedesca “come me, come Hollande e come gli altri capi di Stato, è perennemente in cerca di soluzioni per l’Europa». Perché i tempi ormai sono stretti: «È un momento cruciale per il mondo e per l’Ue”, spiega il Professore, e la moneta unica è tutt’altro che al riparo dalla speculazione dei mercati. Come ricorda anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che – incontrando Hollande al Quirinale – vede come “decisivo” il fatto che “in un momento cruciale della sua storia l’Europa possa contare sulla comunanza di vedute e sull’impegno solidale” di Italia e Francia, d’accordo sulla “necessità di far scaturire dal Consiglio europeo la più ferma e concreta determinazione di consolidare l’irrinunciabile conquista dell’euro”.
“C’è la volontà di fare della crescita – come sarà ribadito anche al prossimo G20 – il nostro obiettivo: bisogna mobilitare risorse per far ripartire l’economia”, dice Hollande, precisando che ciò non significa mettere in discussione il rigore. “Abbiamo condiviso una grande e maggiore attenzione alla crescita, che non significa abbandono o minore attenzione alla disciplina di bilancio”, gli fa eco Monti. Ma Hollande sembra aprire uno spiraglio verso Berlino. Oltre alla crescita il Presidente francese punta infatti – nella lettera inviata al presidente del consiglio UE, Herman Van Rompuy – alla “indispensabile stabilita”, ”all’integrazione” ma anche “ad un approfondimento dell’unione economica e monetaria con una road map per il coordinamento delle politiche e l’armonizzazione del fisco”. Un passaggio che appare come una novità, forse un avvicinamento verso Frau per un’unione politica.
Nella conferenza stampa – interrotta anche dal boato al primo gol di Pirlo nel match Euro 2012 contro la Croazia (“scusate ma c’è un partita in corso…”, sorride Monti) – non si entra nel merito specifico delle misure ma Hollande e Monti dicono di aver parlato anche di eurobond: “Ci siamo scambiati opinioni sull’ipotesi” di un “emissione in comune di titoli” e di altre proposte, spiega il Premier, che non dimentica anche i rapporti con i cugini francesi, annunciando entro fine anno a Lione un vertice bilaterale “per imprimere un buono slancio alle tematiche comuni”. E sull’andamento dello spread e la situazione del debito italiano anche alla luce delle dichiarazioni della Bce, il Professore torna a difendere l’operato del suo governo: “Ogni volta che c’‚ una perturbazione sui mercati, i tassi ne risentono e lo spread sale. Questo può dare la sgradevole sensazione ai cittadini e all’opinione pubblica che le cose che si fanno non vadano nella giusta direzione o non bastino. È esattamente il contrario: le cose vanno nella giusta direzione, anche nella dimensione” degli interventi. Francois Hollande lo guarda annuendo. E non perde occasione, pochi minuti dopo al Quirinale, per elogiare il lavoro del Premier e del suo governo: “Dopo molti sforzi non ancora conclusi, l’Italia sta raggiungendo gli obiettivi” che si era posti per risanare i conti pubblici.
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