Italia e Francia riaffermano la loro volontà di impegnarsi e di fare «tutto il possibile» affinché «le decisioni del Consiglio europeo siano applicate» e la zona euro sia «difesa, preservata, consolidata». Lo ha affermato il Presidente francese Francois Hollande, dopo un incontro all’Eliseo con il presidente del Consiglio Mario Monti. Prima di partire per la missione in Francia, Finlandia e Spagna a promuovere la “nuova Italia” il Presidente del Consiglio Mario Monti ha parlato ai microfoni di Radio Anch’io per rassicurare l’Europa sull’imminente fine della crisi. «Ci stiamo avvicinando alla fine del tunnel», precisa. Quel percorso buio rappresentato dalla crisi dei mercati che morde le economie degli Stati dell’Eurozona, «sta cominciando a illuminarsi».
Monti ha ricordato che «sono molto importanti, a tal proposito, le decisioni prese nel Consiglio europeo del 28 e 29 giugno». Ci sono voluti un giorno e una notte, ricorda, ma quelle decisioni si sono rivelate «proficue e adesso ne stiamo vedendo le conseguenze in termini di maggiori disponibilità sia delle istituzioni europee sia dei singoli governi, compresi quello tedesco e quelli del Nord, credo, a fare tutti la loro parte oltre che ciascuno i compiti a casa».
E, a proposito di compiti a casa, Monti sottolinea che neanche con la spending review possono dirsi conclusi gli impegni richiesti dalle istituzioni europee all’Italia: «Se è vero che gli esami non finiscono mai, s’immagini se possono finire i compiti…». Poi ha precisato: «Questa spending review non è una manovra, non sono tagli lineari fatti in modo cieco, il Governo ha fatto un’analisi di dettaglio con il lavoro del commissario straordinario Enrico Bondi. Sono state evidenziate grandi differenze nei costi sostenuti da singole amministrazioni per l’acquisto degli stessi prodotti e quindi si sono potuti identificare gli eccessi di spesa per insufficiente attenzione ai costi».
Nel corso del suo intervento radiofonico il Premier ha parlato anche di legge elettorale, sottolineando che la data delle elezioni «conta meno, per gli effetti sullo spread e sui mercati, di quanto contino il clima e le intenzioni dei partiti». «Una relazione c’è – ha spiegato – più che con la data delle elezioni con il clima complessivo fra oggi e la data delle elezioni». «Quale sarebbe lo scenario peggiore? Elezioni – ha sostenuto il Premier – che si tengono sì a scadenza naturale ma se ci si arrivasse senza la riforma della legge elettorale e in un clima di disordinata rissa tra i partiti». E aggiunge: «Bisogna seguire il monito del capo dello Stato a fare la riforma elettorale e a rendere esplicito l’impegno a voler proseguire con la disciplina di rigore indicata dall’Europa».
Prima di congedarsi dai microfoni di Radio Anch’io il Premier dribbla con una battuta la domanda sull’ipotesi di una sua discesa in campo nel 2013: «Sto diminuendo coscientemente la mia sensibilità uditiva a questa domanda».
Fonte: LA STAMPA.IT
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