Dopo aver ribadito che l’Italia soffre la crisi soprattutto perché per troppo tempo è stata ignorata, Mario Monti, oggi a Firenze per un convegno sullo stato dell’Unione Europea, precisa che anche il governo precedente “ha fatto molto” in materia di riforme strutturali.
Ciò però non toglie che “l’Italia dovrà fare di più”. Nonostante questo, il Presidente del Consiglio teme che le generazioni future paghino “il prezzo dei governi di tanti, tanti anni fa, decadi fa”. Per questo è importante adesso “non dire di sì a tutto”, a costo di risultare impopolari. Cosa che non avviene in Europa, dove la crisi della politica è stata provocata dalla “combinazione dei media che aumentano la percezione di breve periodo dell’opinione pubblica e portano i politici di molti paesi ad essere sempre meno leader e sempre piùfollower, che rifuggono da decisioni impopolari”.
“Il nostro governo è convinto della qualità e della virtù della disciplina di bilancio”, ha aggiunto il Premier sottolineando che “abbiamo un obiettivo concordato con l’Ue, cioè quello di arrivare al pareggio di bilancio nel 2013, abbastanza in anticipo rispetto agli Stati membri”. Una politica che trova la si concretizza nel Fiscal compact: “Spero sia trasparente e possa rendere più rigorose le politiche di bilancio dei vari Stati”. Per Monti, dunque, l’Unione Europea “ha bisogno di un nuovo compromesso” tra i paesi favorevoli alle regole di mercato e i paesi che invece tendono a tutelare anche lo stato sociale. Del resto il Presidente del Consiglio, al pari del commissario europeo Michel Barnier, è convinto che “il mercato unico può essere la prima vittima della crisi ma che può anche essere la sua prima via di uscita: questo è esattamente quello che penso anch’io”.
Poi Monti si lascia andare a uno sfogo: “Sono molto più lunghi sei mesi al governo nazionale che dieci anni nelle istituzioni europee”.
Riproduzione Riservata ®