Lutto e polemica da giorni. Da quel maledetto pomeriggio in cui le immagini di una morte in diretta hanno sconvolto il mondo del calcio e non solo. Chiunque si è commosso dinanzi ad un ragazzo di 25 anni che lottava per la vita, la stessa che lo aveva messo a dura prova nel corso degli anni. Non c’era colore di maglia, non c’era partita che reggesse. L’ansia ha pervaso i tifosi presenti e quelli che guardavano da casa la competizione.
Pier Mario Morosini non è sopravvissuto. Secondo quanto dichiarato dal cardiologo che lo ha accompagnato all’ospedale, lo sportivo non ha mai ripreso conoscenza da quando ha iniziato a praticargli il massaggio cardiaco. Dove gli errori? L’autopsia ha escluso infarto e aneurisma celebrale. Si ipotizza un difetto genetico. Primo punto su cui si è aperta un’inchiesta per omicidio colposo. Come è possibile che ad un atleta, sottoposto a visite mediche a scadenze regolari, non sia mai stata diagnostica alcuna problematica? Altra polemica sollevata è stata quella relativa alla macchina della polizia municipale che ha ostruito il passaggio dell’ambulanza. Il vigile urbano si è autosospeso in attesa di procedimenti a suo carico. I testimoni hanno evidenziato che il mezzo di primo soccorso è comparso sul campo a poco meno di cinque minuti, attimi persi di cui ancora si discute.
La notizia che ha sollevato molte incertezze nel mondo dello sport è stata della mancanza di defibrillatore per il calcio femminile. Non è obbligatorio nel corso di una competizione e, peggio ancora, per la squadra ospite non è prevista l’assistenza sanitaria. Come si legge dalle dichiarazioni di Patrizia Panico, centroavanti e capitano della nazionale italiana, «Il calcio femminile ad ogni livello e’ dilettantistico e dal punto di vista medico c’e’ un po’ di approssimazione – racconta l’azzurra della Torres – I controlli ci sono e la casistica gioca a nostro favore, ma quando giochi fuori casa non c’e’ l’obbligo di avere un medico in panchina. Vorremmo un pò più di tutela. Queste sono cose che dovremmo affrontare noi con la Lega e l’Aic. Ci sono giocatori che sembrano forti ma poi scopriamo una inaspettata fragilità».
E dopo il morto, ecco che si prendono provvedimenti. La deputata del PD, Paola De Micheli, ha deciso di depositare presso il Parlamento un progetto di legge che prevede il defibrillatore obbligatorio in tutti gli impianti sportivi. Come spiega «”L’obiettivo è quello di estendere questo modello a tutti gli impianti, palazzetti, campi, piscine e altre strutture dove si pratica lo sport a livello agonistico: la presenza di un defibrillatore con personale preparato consentirebbe infatti di intervenire entro i fatidici “5 minuti d’oro” dall’insorgenza dell’arresto cardiaco in attesa dell’arrivo dell’ambulanza». Anche Ghirelli, direttore generale della Lega Pro, proporrà un protocollo per un sistema di qualità per la gestione dell’emergenza sul campo di gara, di sicuro dal prossimo campionato.
Vogliamo ricordare, citandola e dedicandole la fotografia di questo articolo, anche un’altra atleta. Si chiamava Veronica Gomez ed era una pallavolista. A soli 27 anni e nello stesso giorno di Pier Mario Morosini, è deceduta a seguito di un arresto cardiaco. Il Venezuela piange la sua atleta, mentre era nel suo Paese per recuperare la forma dopo una recente operazione.
Roberta Santoro
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