Che musica e religione siano sempre state correlate fra di loro è cosa nota. Sin dai primi riti pagani dell’antica Grecia e dell‘Impero Romano, la musica conquistava l’attenzione del popolo attraverso ritmiche cadenzate e liriche accompagnate da strumenti a corda ancora allo stato grezzo (come la celebre lira).
La correlazione fra musica e fede nasce dal bisogno dell’essere umano di relazionarsi, è proprio per questo infatti che due fra le più note forme di mezzi sociali siano così in stretta sintonia, potremmo dire quasi “accordate”.
Per gli antichi greci la musica era la “cura dell’anima”, panacea essenziale per i malanni psicologici, momento di relax e di concentrazione, così come per i cinesi, che la associavano spesso alla meditazione trascendentale, con suoni di campane di ogni sorta e legati quindi al suono vero e proprio più che alla melodia, più complessa e di spessore.
Nell’Islam del Vi e VII secolo il sufismo, una via di comunicazione verso Dio attraverso danza e musica, attraverso l’ascolto si danzava e si cantava, guidati dal sacerdote.
Non ultima la musica indiana, che narra di come la trimurti (Brahma, Shiva e Vishnu) abbia tramandato ai musicisti l’antica arte della composizione musicale per avvicinare la gente alla meditazione ed alla trascendenza. La musica aveva il compito di guidare dolcemente e di direzionare i nove sentimenti che l’essere umano è in grado di provare.
Il Gospel (God’s spell, la voce di Dio) è il genere musicale religioso più diffuso e contenuto nel nostro immaginario: si può riferire alla musica afro-americana delle chiese cristiano-metodiste oppure ai cori musicali delle chiese americane di qualsiasi religione. Questi cori, sofferti, nascevano fra i campi di cotone di fine ‘800 dagli afro-americani dell’epoca, che a loro volta traevano spunto e davano linfa vitale ad un altro genere ben noto: il blues. Ed infatti il blues dà forza musicale ai cori gospel, mentre lo spiritual rimane ancorato alle semplici melodie vocali.
Negli anni ’80 nasce la Jesus Music, musica cristiano-cattolica che attinge le radici nel rock and roll, nel periodo di massimo splendore di quest’ultimo, gli anni ’60 e ’70. Artisti come Amy Grant, Stryper e Jars of Clay devono parte del loro successo ai continui passaggi radiofonici delle radio americane, pronte a cavalcare l’onda sonora di questa nuova moda. Il Jesus Movement comprendeva essenzialmente canti di lode e di accompagnamento ad adorazione del Signore, ed è forse il genere che più vicino si accosta ai moderni cori da chiesa durante le nostre messe.
Che sia musica o religione, per l’essere umano è importante credere in qualcosa, meglio ancora se l’una accompagna l’altra nel percorso di fede.
Marco Della Gatta
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