L’impero discografico rischia di sgretolarsi sotto un pilone di cd invenduti. Il formato del compact disc sembra vecchio di mille anni ed invece è solo storia di ieri l’altro, con l’avvento dell’ascolto in digitale però le cose non riescono a cambiare in meglio per quanto riguarda i profitti delle case discografiche e degli artisti messi sotto contratto.
Per tamponare le perdite e scongiurare la crisi, ecco che sopraggiunge la possibilità della cosiddetta “Google Tax”, ossia un contributo materiale da parte dei grandi operatori di internet (Google Facebook e Twitter su tutti) da versare alle case discografiche, che permetterebbero di utilizzare i contenuti dei propri clienti attraverso accordi scritti e chiari, dicendo così addio all’indicizzazione selvaggia delle parole chiave sui motori di ricerca e sui grandi social network. Se n’è parlato a lungo all’ultimo Midem, la più grande fiera dell’industria musicale svoltasi a Cannes, con Jerome Roger come portavoce, direttore generale dell’Unione dei produttori fonografici indipendenti.
Questa proposta, sposata anche dalla Sacem e dalla Universal Music France, passa direttamente al Ministro della Cultura francese, Aurelie Filippetti. I grandi produttori discografici spingono ad accomunare il problema all’altro grande caso che contrappone i grandi editori di stampa a Google, per il quale a fine mese si attende un accordo, senza il quale il governo francese tasserà Google per i contenuti indicizzati.
Oltre alla Google Tax tiene banco l’offerta che sta per lanciare Nokia, sempre più in ribalta sul mercato della telefonia mobile con la nuova serie Lumia, attraverso il nuovo servizio Music+, un servizio “cloud-based” che funzionerà attraverso un abbonamento mensile di 3,99 euro per scaricare musica illimitatamente sul portale Nokia Music, così da poter fruire dei brani anche offline, andando così a irrompere nel mercato senza quasi concorrenza che ha iTunes del colosso americano Apple.
Una vera e propria rivoluzione per l’ascolto in streaming, con la possibilità di salvare un brano mentre si ascolta la radio e di poterlo così ascoltare offline in un secondo momento, su qualsiasi dispositivo (smartphone, Smart Tv e Pc). Dopo un utile nel quarto trimestre del 2012 (con 202 milioni di euro) e una “seconda giovinezza”, la casa finlandese preme sull’acceleratore attraverso il mercato della musica digitale per poter avanzare anche sui ricavi, scesi nonostante i 4,4 milioni di Nokia Lumia venduti sul mercato.
Marco Della Gatta
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