Da settembre a dicembre, il Napoli, tra campionato e Champions League, ha giocato tante partite, nelle quali sono emersi chiaramente sia i punti di forza, sia i limiti della rosa della squadra partenopea.
Il reparto che ha offerto maggiori garanzie ed ottimo rendimento è senza dubbio quello avanzato, l’arrivo, in prestito dall’Inter, di Pandev infatti si è rivelato azzeccato visto che il macedone ha dato una grossa mano ai cosiddetti tre tenori, al secolo: Marek Hamsik, Ezequiel Lavezzi ed Edinson Cavani. Le note dolenti sono arrivate invece dalla difesa e dal centrocampo sì, proprio quei reparti dove nella sessione estiva del calciomercato, il patron azzurro Aurelio De Laurentiis, aveva investito pesantemente. Per motivi diversi, infatti, ne Miguel Angel Britos, ne Gokhan Inler, ne Blerim Dzemaili hanno tenuto fede alle aspettative di inizio stagione, questo discorso vale anche per quei calciatori che erano stati presi per completare la rosa, ovvero: Fernandez, Fideleff, Donadel, Santana e Chavez. Restano fuori da queste considerazioni gli acquisti dei due portieri Rosati e Colombo, chiusi dal titolare indiscusso del ruolo Morgan De Sanctis.
Se Britos e Donadel al momento non sono giudicabili, in quanto da poco tornati disponibili dopo lunghi infortuni subìti ad agosto, una riflessione va fatta per i due rossocrociati Gokhan Inler e Blerim Dzemaili che, nelle idee iniziali di Mazzarri, dovevano formare la coppia di mediani titolari del Napoli 2011/2012.
L’ex Udinese Inler, dopo un inizio di stagione promettente, culminato col gol di Villarreal in Champions League il sette dicembre, da oltre un mese a questa parte, esclusa l’ottima prestazione di Palermo, non riesce più ad offrire un rendimento apprezzabile ed inoltre, per caratteristiche, Gokhan sembra trovarsi meglio in un centrocampo a tre mentre giocando con il solo Gargano al fianco, così come vuole il tecnico del Napoli, fa più fatica.
Venendo a Dzemaili, l’ex parmense è scivolato quasi subito a terza opzione per il centrocampo, ed anche quando ha avuto le sue opportunità, rimpiazzando Inler o Gargano, non le ha quasi mai sfruttate, nonostante abbia già realizzato due gol in campionato.
Ci sono poi gli argentini: Mario Alberto Santana, Federico Fernandez, David Ignacio Fideleff e Christian Chavez. L’ex viola Santana, reduce da tantissimi infortuni, nella sua carriera ha giocato prevalentemente da esterno di fascia destra o sinistra in un 4-4-2, risultando quindi di difficile collocazione tattica nel 3-4-2-1 di Mazzarri, tanto è vero che è stato ceduto al Cesena proprio nelle ultimissime battute del mercato invernale. Fernandez e Fideleff, invece, non si sono dimostrati ancora pronti per giocare stabilmente in un campionato duro come la serie A italiana, mentre Chavez è un acquisto di cui ancora oggi non si capisce il motivo, si sussurra che sia stato preso solo perché è assistito da Alejandro Mazzoni, stesso agente di Lavezzi.
Alla luce di quest’analisi, quasi tutte le scelte di mercato compiute in estate dal duo Bigon-Mazzarri, tenendo presente alcuni parametri imposti da De Laurentiis, non appaiono azzeccate. Agli errori compiuti nella sessione estiva del mercato si poteva rimediare nella finestra invernale della campagna trasferimenti, appena conclusa, dove il Napoli ha sì investito, ma solo per rinforzare l’attacco, cioè l’unico reparto che, almeno per l’immediato, si è mostrato affidabile, ingaggiando un giocatore di grandi prospettive come il cileno Eduardo Vargas che è andato a rimpiazzare Giuseppe Mascara approdato al Novara. Le evidenti falle in difesa e a centrocampo, invece, non sono state colmate e ciò potrebbe costare caro per il proseguo della stagione che vede i partenopei, campionato a parte, ancora in corsa sia in Champions League che in Coppa Italia.
Stefano Boggia
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