Il Napoli perde due a zero a Verona contro il Chievo dicendo così addio alla rincorsa sulla prima per il tricolore. Gli azzurri hanno toccato il fondo contro la squadra clivense con una prova vergognosa. Cavani, diventato papà per la seconda volta in settimana, ha sbagliato un rigore che poteva riaprire il match. I partenopei ormai distano nove punti dalla capolista Juventus, vincente ieri contro il Catania, mentre hanno solo due punti di vantaggio sul Milan terzo e cinque sulla Fiorentina quarta. La situazione è delicata, gli azzurri rischiano seriamente di perdere il secondo posto e con questo l’accesso diretto alla Champions League ma anche il terzo posto che da diritto ai preliminari della massima competizione europea per club. Le colpe di questa situazione sono molte da dividersi in egual misura fra: allenatore, società e giocatori. Partiamo dal tecnico. Mazzarri anche quest’anno ha dimostrato tutti i suoi limiti tecnico-tattici.
Se pur vero che quest’anno ha cambiato il modo di giocare della squadra cercando più l’azione ragionata che di rimessa purtroppo alla lunga gli avversari hanno subito trovato le contromisure. I suoi cambi poche volte riescono a cambiare il volto di una partita. Di sicuro le sue colpe maggiori sono di affidarsi sempre ai soliti anche quando sono in pessime condizioni fisiche come Maggio, Cavani, l’ostinarsi a usare la difesa a tre anche quando i giocatori non sono in più in grado di attuarla e non riuscire a motivare gli uomini in panchina che una volta in campo sembrano molli e senza stimoli. La dirigenza ha sicuramente sopravalutato il proprio parco giocatori. Gli azzurri sono un gruppo medio che quando ha una condizione fisica eccezionale nei suoi undici titolare più giocarsela con chiunque, nel momento in cui cala questa condizione fisica si vedono tutti i limiti del parco giocatori. Nel Napoli escluso Cavani, solo quest’anno con alterni risultati, non c’è nessuno che sa battere i calci di punizione in modo pericoloso, i cross sono sbagliati nella stragrande maggioranza dei casi e gli uomini che sanno superare l’uomo si contano sulle dita di una mano. Campagne acquisti sbagliate da Chavez a Sosa fino a Inler con la ciliegina sulla torta dei diritti d’immagini e del tetto d’ingaggi che hanno bloccato importanti operazioni. In ultimo manca nella società un dirigente che faccia da collante fra la società e la squadra. I giocatori si sono dimostrati fragili psicologicamente nei momenti clou e manca soprattutto un vero leader carismatico. Mancano dieci giornate alla fine di questo campionato che se si mantenesse il secondo posto, è comunque un risultato importante. Adesso tutti devono dare il massimo poi dopo l’ultima giornata si deciderà se continuare nell’era Mazzarri o cambiare. Qualora si decida la seconda ipotesi, si dovrà rivoluzionare tutta società compresa.
Ciro Florio
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