Prima della “sorpresa” De Magistris, in molti davano per certa l’elezione a sindaco di Napoli del candidato di centrodestra; eppure, hanno dovuto ricredersi quando al 38,53% di voti ottenuti da Lettieri si è contrapposto il 27,49% del candidato IdV, che si è guadagnato il ballottaggio e la possibilità di sedere sulla poltrona di sindaco della città più complessa, problematica ed in emergenza degli ultimi anni. A pochi giorni dal ritorno alle urne i due aspiranti alla carica di primo cittadino si stanno dando da fare per incontrare la cittadinanza e convincere gli elettori ad andare a votare: non si tratta più di portare alle urne i propri sostenitori, ma, come ha ben specificato anche De Magistris dal palco del concerto di Vecchioni (che ne ha sostenuto la campagna elettorale con un’esibizione in Piazza Dante), di “adottare un astenuto”, perché saranno proprio gli astenuti e i moderati l’ago della bilancia per il ballottaggio nella nostra città.
Molti i punti in comune tra i programmi dei due candidati, diversi gli strumenti e i percorsi che intendono utilizzare per raggiungere gli obiettivi una volta ottenuto il mandato ufficiale: in entrambi i casi la scottante emergenza rifiuti è al primo posto tra i problemi da risolvere. Tuttavia, se Lettieri invoca la costruzione dei termovalorizzatori e l’ennesima richiesta d’aiuto – stavolta ad un misterioso paese estero – affinché altri accolgano la nostra monnezza, De Magistris conta sulla raccolta differenziata che intende attivare in tutta la città (portandola al 70% dopo 3 mesi di mandato, contro i 10 mesi dichiarati necessari da Lettieri per giungere al 50%). Naturalmente l’uscita dall’emergenza non è il solo terreno sul quale i due candidati si stanno confrontando, anche perché la monnezza è soltanto la punta dell’iceberg, la più “visibile” delle emergenze di una città in perenne stato d’assedio.
De Magistris, da ex magistrato, punta sulla legalità e lo sviluppo, sulla creazione di precondizioni che rendano vivibile Napoli: intende, dunque, favorire dei cambiamenti strutturali, rendendo concreto per tutti il diritto al lavoro, migliorando il servizio di trasporto pubblico per una sostanziale riduzione del traffico, puntando sul turismo in quanto fonte primaria di guadagno per la città, sulla riqualificazione delle periferie affinché diventino – finalmente – parte integrante della città. Molti gli interventi citati nel programma politico amministrativo del candidato IdV a favore della legalità (l’istituzione di uno sportello anticorruzione presso ogni municipalità, la separazione fra carriere politiche elettive e ruoli tecnici accessibili soltanto per concorso, l’istituzione di una autorità di garanzia e trasparenza per le nomine nei Comuni, nella Provincia, negli Enti di 2° grado e nelle società partecipate), parola che, al contrario – a detta di molti – troppo poco compare nei 72 punti del programma del candidato PdL: Lettieri cita il tema legalità in riferimento alla necessità di diffondere un maggiore senso civico e di lottare contro il racket e l’usura; per il resto il suo programma si fonda sulla creazione di posti di lavoro (20mila in due anni, con particolare attenzione ai giovani laureati), sul potenziamento delle linee ferroviarie che collegano le periferie alla città, sulla sicurezza mediante videosorveglianza e l’aumento dei vigili urbani preposti al controllo cittadino, sulla possibilità di trasformare Napoli in una città di “grandi eventi” sui quali veder puntati i riflettori mediatici, distogliendoli dagli annosi problemi che fino ad oggi l’hanno eclissata.
In queste settimane di campagna elettorale per il ballottaggio il confronto tra i due candidati si è decisamente inasprito e i dibattiti sono divenuti di volta in volta più accesi. Forse, il più conflittuale “faccia a faccia” tenutosi finora è andato in onda su Sky: sotto l’occhio indiscreto delle telecamere di SkyTg24, la tensione tra i due avversari politici ha raggiunto il picco più elevato, costringendoli ad attaccarsi reciprocamente, rispolverando fallimenti professionali passati, più o meno conosciuti dall’opinione pubblica. De Magistris ci tiene a sottolineare, a proposito del suo avversario: “non è un imprenditore, ma un ‘prenditore’, perché utilizza soldi pubblici per rilevare aziende e poi le fa chiudere”. Lettieri, dal canto suo, non si è lasciato intimorire e gli ha risposto per le rime: “Le tue inchieste sono state dei flop a spese dei contribuenti”. Il gioco si fa duro, dunque, ed iniziano a piovere le accuse. Quelle di Lettieri contro De Magistris riguardano la carriera dell’ex magistrato, le cui inchieste fallimentari sono state seguite da cause per diffamazione, intentate dagli inquisiti assolti, per le quali, da europarlamentare, De Magistris ha giocato la carta della tanto contestata – soprattutto da lui e dal partito che lo sostiene – immunità parlamentare. Quelle di De Magistris fanno, invece, riferimento ai fallimenti imprenditoriali dell’avversario e al suo ingresso in politica, legato ad un personaggio ambiguo come Cosentino – che lo avrebbe presentato a Berlusconi in occasione della compravendita dell’Atitech: “Io al contrario di Lettieri la mattina non devo fare un giro di telefonate per sapere quanti del suo entourage sono ancora a piede libero…Ti sei sempre fatto accompagnare da Cosentino che è accusato di associazione per delinquere di stampo camorristico”.
Insomma la campagna elettorale per le elezioni amministrative non ci ha messo molto a trasformarsi in uno specchio fedele della politica nazionale: il confronto finisce sempre per riguardare le faccende personali dei candidati che vengono utilizzate in modo arbitrario, nel tentativo di manipolare l’opinione pubblica infangando la fama dell’avversario e minandone la credibilità. Probabilmente gli elettori sono stanchi della politica degli attacchi personali e del gossip. O forse no. Fatto sta che tra pochi giorni si tornerà alle urne e chiunque riuscirà a sedere sulla poltrona di Palazzo San Giacomo, vincendo questo ballottaggio, avrà l’arduo compito di rispettare le promesse fatte alla cittadinanza e far risorgere Napoli affinché, dopo la devastazione degli ultimi anni, possa riacquisire lo status di città vivibile e a misura di cittadino.
Sara Di Somma
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