È ormai da qualche anno che, a Napoli, tira una brutta aria: tra il 2006 e il 2010 la nostra bella città si è rivelata una delle grandi metropoli italiane più infestate dall’inquinamento atmosferico, riuscendo a posizionarsi persino peggio della trafficata Milano. Gli effetti, poi, sembrano piuttosto evidenti se si considera che siamo anche al terzo posto della classifica nazionale per l’incidenza di ictus, infarto e cancro al polmone, patologie in forte correlazione con l’inquinamento dell’aria che, ogni giorno, siamo “costretti” a respirare.
Poco è stato fatto in questi anni per migliorare la situazione, tuttavia il report che mostra i dati del 2011 relativi alla concentrazione, nell’aria di Napoli, di polveri sottili e sostanze nocive per l’ambiente ha riportato risultati a dir poco sorprendenti. Le centraline che misurano la qualità dell’aria di Napoli, gestite dall’Arpac – Agenzia Regionale Protezione Ambiente Campania e distribuite sul territorio cittadino, avrebbero, infatti, rilevato una consistente riduzione dell’inquinamento atmosferico, circa il 70% in meno rispetto al 2008. L’aria napoletana, insomma, sembrerebbe essere pulita quanto quella di Firenze; e senza interventi significativi se non l’introduzione della ZTL del centro storico che, da sola, non spiegherebbe i dati ottenuti. L’illusorio risultato è stato smascherato dall’associazione Medici per l’Ambiente e dal rapporto annuale di Legambiente “Mal’aria”, che hanno sottolineato un probabile malfunzionamento delle centraline. Anche perché, se in passato i dati più allarmanti erano registrati nei pressi della stazione – essendo il traffico veicolare e portuale tra le principali cause di inquinamento atmosferico – nel corso del 2011 la centralina che ha registrato maggiori sforamenti, dunque maggiori emissioni, è quella ubicata a Capodimonte, nei pressi dell’Osservatorio astronomico: “Siamo quindi la prima città metropolitana del mondo che attesta di avere localizzato il proprio Osservatorio Astronomico nella zona più trafficata, inquinata ed oscurata da polveri sottili della città” ha affermato ironicamente il dr. Marfella, di Medici per l’Ambiente.
La riparazione delle centraline, che servono a monitorare la qualità dell’aria che respiriamo, è tra gli interventi che, nel breve termine, possiamo auspicare per far fronte al problema inquinamento; tuttavia, a lungo termine, ed è a questo che punta la giunta De Magistris, bisognerà ridurre il traffico veicolare, diventare una città a mobilità sostenibile.
La Zona a Traffico Limitato del Centro Storico è già un esempio: attiva dal 22 settembre, ha creato non pochi problemi al Sindaco napoletano per le proteste di automobilisti e negozianti della zona, ma contribuisce a scoraggiare l’uso dell’auto per raggiungere il centro. Dal 1° febbraio, tra l’altro, la ZTL sarà ampliata, con l’apertura di quattro nuovi varchi elettronici (quella del quinto, previsto in via Toledo, è rinviata per mancanza di fondi): via Duomo, all’altezza del museo Filangieri, via Miroballo al Pendino, via del Sole e via Santa Sofia. Gli accessi telematici, in funzione tutti i giorni dalle 7 alle 18, permetteranno l’ingresso nella zona greco-romana del centro storico soltanto ad alcune categorie di automobilisti, anche non residenti, muniti di apposito pass.
La lotta all’inquinamento prevede, poi, la realizzazione, entro sette mesi, di un’imponente pista ciclabile: lunga 20 Km attraverserà punti nevralgici della città, intersecandosi con i servizi di trasporto pubblico principali – fermate della metropolitana, stazioni di autobus, stazioni ferroviarie, punti di imbarco e parcheggio. Il progetto prevede tre tratti: il primo collegherà Bagnoli a Fuorigrotta (Tratto A), il secondo permetterà di percorrere l’intero lungomare, attraversando anche la Villa Comunale, e porterà da Mergellina al Centro storico (Tratto B); infine, il terzo, condurrà i ciclisti da via Marina a San Giovanni (Tratto C). Circa 1milione e 200mila euro saranno spesi per invitare la cittadinanza a spostarsi in bicicletta piuttosto che in auto e favorire l’uso del trasporto pubblico (le bici potranno essere trasportate gratuitamente in metro e autobus, a differenza delle automobili che vanno lasciate in costosi parcheggi!).
I progetti della giunta comunale, insomma, sembrano andare nel verso giusto, a tutela della salute dei cittadini quanto dell’ambiente, tuttavia speriamo che alle idee sostenibili si affianchino provvedimenti volti a migliorare il servizio di trasporto pubblico esistente: per garantire una reale mobilità sostenibile è, senza alcun dubbio, necessario un trasporto pubblico di qualità che sia efficiente e puntuale. Forse questo rappresenterebbe, per i cittadini, il più grande incentivo a lasciare l’auto in garage, risparmiando le spese annesse e salvaguardando la qualità dell’aria – e della vita – dell’intera città.
Sara Di Somma
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