Il Napoli è in crisi? Ovviamente parliamo della versione campionato della squadra di Mazzarri. Una squadra che negli uomini è uguale a quella di coppa ma che nel gioco e nei risultati non sembra proprio la stessa. Cosa succede, dunque, agli azzurri? Una domanda a cui bisognerà trovare una risposta al più presto. Il quesito se lo sono posti anche gli addetti ai lavori ma soprattutto i tifosi della squadra azzurra che, dopo il pareggio con il Cagliari, seguito alla sconfitta in casa con il Parma, ma soprattutto dopo l’ennesima prestazione deludente degli azzurri, stanno cominciando a temere il peggio. Ma quali possono essere i motivi di questo calo, arrivato dopo le splendide vittorie contro Milan e Inter e le ancor più belle prestazioni in champions, l’ultima delle quali con il Bayern circa una settimana fa. L’impegno infrasettimanale di Champions league è ovviamente da annoverare tra le cause. Affrontare Manchester city, Villareal e Bayern porta sicuramente via energie sia fisiche che mentali. Un impegno a cui il Napoli non è abituato e per cui, probabilmente, non ha neanche un organico all’altezza, almeno per quanto riguarda le riserve.
Ma basta questo per spiegare il perché il Napoli è in crisi, se di crisi si può parlare? In campionato d’altronde i risultati scarseggiano ma quello che forse ha più spaventato i tifosi è la mancanza negli ultimi match di quel gioco veloce e dinamico a cui la squadra di Mazzarri ci aveva abituato. Qualcuno ha anche ipotizzato che in Italia il gioco degli azzurri è ormai conosciuto e che quindi tutte le squadre abbiano preso le dovute contromisure. Questo è sicuramente vero e farebbe bene Mazzarri a cercare ogni tanto di proporre delle alternative, passando magari ad un più classico e sicuro 4-4-2 o solo inserendo Lucarelli provando a lanciare lungo quando il centrocampo proprio non riesce più ad impostare. Il problema però è forse un altro. Il gioco del Napoli, così come lo vuole Mazzarri, per essere messo in pratica nel migliore dei modi ha bisogno inizialmente dei titolari, in quanto Pandev, Zuniga e Santana non sono la stessa cosa di Cavani, Lavezzi e Hamsik, e secondo ha bisogno di titolari in ottima forma. Assodato che le seconde linee non riescono ad attuare la manovra allo stesso modo dei titolari, sia per la familiarità con gli schemi che per caratteristiche, anche con in campo i titolarissimi le ripartenze e i cambi di gioco voluti dal mister hanno bisogno di lucidità e velocità: qualità che al momento gli uomini di Mazzarri non sembrano avere. Se si esamina la partita di Cagliari si nota che Cavani è apparso stanco, sicuramente servito male e poco dai compagni, ma anche incapace di quei movimenti all’interno dell’area a lui tipici. Lavezzi invece è poco lucido: può arrabbiarsi come vuole quando viene sostituito ma contro il Cagliari più di qualche dribbling riuscito, a volte anche di troppo, non ha saputo fare. Hamsik, subentrato a partita in corso , qualcosa ha fatto, come per esempio la bella apertura per Maggio con tiro di quest’ultimo respinto dal portiere, ma certo non è stato il cambio di passo che si aspettava.
Il problema del Napoli al momento sembra essere proprio la gestione delle energie con un turnover reso poco praticabile anche dagli infortuni. Per assurdo la forza attuale del Napoli è in quei giocatori che dall’anno scorso sembrano essere migliorati moltissimo: Campagnaro e Maggio, già su livelli alti la scorsa stagione, ma anche Aronica, esemplare contro il Bayern e domenica contro il Cagliari, e lo stesso Zuniga, che però contro i sardi tornato a destra è sembrato tornare ai livelli dell’anno scorso. A questi si aggiungono i vari Santana e Dzemail che hanno dato sostanza e qualità alla panchina. Ora, però, ci si aspetta che anche i big rendano di più, o quanto meno come l’anno scorso. Cavani, Hamsik, Lavezzi dopo un inizio sprint ora sono su livelli bassi e lo stesso Inler da alcune partite a questa parte sembra solo la controfigura di quello che illuminava il centrocampo dell’Udinese nella scorsa stagione.
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