Quest’anno la crisi ha portato, sotto l’albero di Natale, tanti desideri e molta frugalità: quello del 2011 è stato, infatti, il Natale del risparmio e del riciclo e i consumi sono notevolmente calati in tutta Italia. Se il 34% delle famiglie campane ha dichiarato di aver effettuato le spese natalizie con prestiti e finanziamenti – e probabilmente è proprio per questo che le vendite del settore hi-tech non hanno risentito della crisi – è vero anche che sono svariati i settori sui quali è ricaduta la scure del risparmio: l’abbigliamento e le calzature – con un calo del 30% delle vendite, gli articoli di profumeria ed estetica – meno 20% – e perfino i giocattoli – che hanno fatto registrare un -5% delle vendite, sono tra i più colpiti, mentre hanno strenuamente resistito gli alimentari. Del resto, si sa, a Napoli il Natale è sinonimo di abbuffata e, sulle tavole nostrane, non potevano certamente mancare insalata di rinforzo, baccalà, capitone, struffoli e roccocò.
Anche se con una maggiore attenzione al portafogli, i napoletani non hanno rinunciato alla tradizione: mercatini e discount i più gettonati per gli acquisti per il cenone, con un occhio puntato sulla qualità e l’altro rivolto alla quantità, che ne ha decisamente fatto le spese.
I napoletani sono stati disposti a spendere fino a 25 euro al kg per le vongole e fino a 30 euro al kg per l’immancabile capitone, affidandosi però anche al cosiddetto acquisto anticipato: per evitare i prezzi lievitati dell’ultima ora, soprattutto per quanto riguarda il mercato del pesce, in molti hanno preferito acquistare qualche giorno prima di Natale – e surgelare – capitone, baccalà e frutti di mare, prontamente scongelati e cotti per la cena tradizionale del 24 dicembre.
Secondo un’inchiesta della Confesercenti la spesa si è complessivamente ridotta del 7%, 400milioni in meno rispetto al 2010 considerando sia i cenoni che i regali sotto l’albero. L’unico settore in crescita sembra essere quello degli acquisti online: molte famiglie vi hanno fatto ricorso per scegliere i regali, preferendo lo shopping in rete che ha permesso loro di ridurre la spesa anche fino al 50%.
Natale all’insegna del risparmio vuol dire anche aumento del riciclo: tante le famiglie che si sono accontentate di riutilizzare regali come bottiglie di vino, liquori e libri.
“Si tratta del più brutto natale degli ultimi 10 anni sia per i consumatori, costretti a ridurre il numero e l’entità dei regali, sia per i commercianti, che hanno subito una drastica riduzione del giro d’affari” ha dichiarato, a proposito, il presidente Codacons, Carlo Rienzi.
Eppure, in questo mogio clima di austerity, una buona notizia c’è per i cittadini napoletani. La riduzione dei consumi comporta anche una riduzione degli scarti; ciò significa che le nostre strade sono state sollevate, nel 2011, dal solito angustiante peso della spazzatura. Nel 2010, in periodo di grande emergenza sul versante rifiuti, Napoli, già sommersa dalla monnezza, finì per subire un Natale maleodorante, tra strade impraticabili e proteste di cittadini, commercianti e albergatori. Insomma, il Natale diede il colpo di grazia ai cassonetti già saturi.
Quest’anno, invece, in città si registrano ben 34mila tonnellate di rifiuti in meno rispetto al Natale del 2010: forse non sarà abbastanza per consolare le famiglie napoletane, tuttavia ci auguriamo che serva, insieme al periodo di crisi, a ridurre anche un’altra tradizionale spesa delle feste natalizie, quella dei fuochi d’artificio per l’ultimo giorno dell’anno.
Non soltanto costosi e pericolosi se maneggiati da persone non esperte, i fuochi d’artificio sporcano le nostre strade quanto e più della monnezza che segue le tradizionali abbuffate di Natale.
Già partite, intanto, le operazioni di controllo delle forze dell’ordine per garantire la sicurezza di chi proprio non può fare a meno dei giochi pirotecnici: oltre 20 quintali di fuochi d’artificio illegali sono stati sequestrati nel corso di tre distinte operazioni dei Carabinieri e quattro persone sono state arrestate con l’accusa di detenzione illecita di materiale esplodente.
Sara Di Somma
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