I lavoratori dell’ Alcoa hanno deciso di fare sul serio e di non rassegnarsi alle prime promesse fatte loro. Ne hanno data dimostrazione ieri, al corteo tenutosi a Roma, ed oggi, occupando un traghetto ad Olbia. Ma andiamo a vedere bene cosa è accaduto in questi giorni. Ieri, 10 settembre 2012, da piazza della Repubblica a Roma, circa 500 operai della Alcoa, grande fabbrica di alluminio, hanno fatto partire un corteo contro la chiusura dello stabilimento sardo di Portovesme, del quale si prevedeva la fine nel mese di ottobre. Parliamo al passato perchè pare che i manifestanti abbiano ottenuto una lieve proroga della chiusura della suddetta fabbrica di alluminio, ovvero da ottobre a novembre. Tuttavia, gli operai non sembrano starsi a questo “contentino” e proseguono le loro manifestazioni. Nel corteo di ieri si contano una ventina di feriti, molti di essi appartenenti alle Forze dell’ Ordine. Gli scontri hanno visto l’ uso di fischietti trombette e fumogeni, ma anche di strumenti pericolosi come petardi, bottiglie e bombe carta. Il cordone di sicurezza della Polizia è stato forzato da alcuni manifestanti, con lo scopo di abbattere alcuni sbarramenti incontrati lungo il tragitto. Addirittura si è verificato un incendio ad un hotel stante nei dintorni, a causa di razzi segnaletici lanciati nella direzione dell’albergo.
Fortunatamente il rogo è stato spento poco dopo e ciò ha evitato ulteriori feriti e scompigli. Il Responsabile Economia del PD, Stefano Fassina, è stato vittima di spintoni ed insulti da parte di alcuni operai. A parte la minima percentuale di manifestanti “violenti”, il corteo è stato d’impronta pacifica e come voleva essere: molto rumoroso, con caschi battuti per terra o contro le saracinesche nei negozi chiusi. A tutto questo, il Ministro del Lavoro Elsa Fornero si è detta preoccupata non per la manifestazione di per sè ma per il futuro dell’Alcoa, sottolineando che il Governo sta facendo sforzi per mantenere in piedi codesti posti di lavoro operai. Sempre nella giornata di ieri, ha avuto luogo un incontro tra aziende, enti locali e sindacati all’interno del Ministero dello Sviluppo Economico. L’esito di ciò è stato timidamente incoraggiante ed il Ministro Corrado Passera afferma che salvare l’Alcoa non è missione impossibile e che sarà sua premura trovare una soluzione alla spinosa questione.
Come anticipato, i manifestanti non si sono fermati al corteo romano ed oggi, 11 settembre 2012, li abbiamo ritrovati ad Olbia, dove hanno occupato la nave Tirrenia, di ritorno da Roma. Il sindacalista Rino Barca “promette” una manifestazione al giorno, da oggi fino alla chiusura della vertenza perchè è vero che ne è stato rallentato il processo ma fino a novembre l’impianto della fabbrica resterà fermo. Missione dei lavoratori dell’ Alcoa, quindi, è sfruttare al meglio questi giorni per accelerare la ripresa dello stabilimento per evitare che l’impianto si blocchi del tutto. Il traghetto è stato occupato per due ore circa e quando sono scesi da bordo, i manifestanti si sono dichiarati stanchi e delusi di ritorno per non essere riusciti ad ottenere l’annullamento della chiusura prevista dell’Alcoa, ma non sono per nulla arresi e l’occupazione del traghetto ne è una prova. Non si sono registrati contrasti tra i manifestanti e passeggeri/comandanti di bordo ed il tutto è risultato molto più pacifico del corteo del giorno precedente. Quando tutti i passeggeri della Tirrenia sono scesi dalla nave, gli operai hanno issato la bandiera sarda dei 4 Mori, in segno di occupazione e di ribellione a qualcosa che fermerebbe la loro vita, oltre agli impianti.
La Redazione
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