Mancano pochi giorni agli Oscar, e dopo avervi rivelato le nostre personali previsioni su chi vincerà, non potevamo non parlare della lunga storia di questa prestigiosa manifestazione, raccontandovi alcune delle curiosità legate all’edizione 2012, la numero 84 di questo premio che celebra l’eccellenza del cinema internazionale e che ogni anno – o almeno da quando viene trasmesso in diretta tv – tiene incollati allo schermo, in trepidante attesa, milioni di cinefili. L’Academy Award non è solo uno dei più importanti e ambiti premi cinematografici a livello mondiale, ma è anche uno dei più antichi. I primi Oscar vennero infatti assegnati il 16 maggio del 1929, e da questa prima edizione, si calcola, siano ben 2809 le statuette consegnate. L’origine del nome è piuttosto curiosa. Ufficialmente il premio è conosciuto come Academy Award of Merit, pur essendo chiamato da tutti semplicemente “Oscar”. La paternità di tale nomignolo è piuttosto controversa, ed esistono diverse versioni su chi ebbe il merito di coniarlo. Tuttavia, secondo la versione più accreditata, fu un’impiegata dell’Academy, tale Margaret Herrick, a battezzare con questo nome la statuetta dorata, dopo averne notato un’incredibile somiglianza con suo zio Oscar. In ogni caso, il soprannome venne ufficialmente adottato dall’Academy solo dopo il 1939. Senza dilungarsi troppo sulla storia di questo premio, basta dire che nel corso degli anni la cerimonia degli Academy Awards è cambiata molto nel suo format e nella sua essenza. Negli anni si sono aggiunte categorie, altre sono state eliminate, altre ancora sono state accorpate.
Oggi poi, rispetto al passato, si da forse troppa più importanza ai look delle star sulla passerella, alle performance live, o ai discorsi di ringraziamento che però, va detto, in più di un’occasione ci hanno regalato momenti davvero indimenticabili (vi dice niente la camminata di Benigni sulla testa di Spielberg per andare a ricevere dalle mani della Loren l’oscar per La Vita è bella?!). Non so voi, ma personalmente, niente mi rende più nervosa di quei secondi di attesa tra il “…and the Oscar goes to” e l’annuncio del vincitore. Perché in fondo è proprio questo l’ingrediente fondamentale che fa della notte degli Oscar un appuntamento imperdibile, anche se per noi italiani significa rimanere alzati fino all’alba. La curiosità sui vincitori è troppo forte per riuscire a dormire. E se anche Morfeo dovesse avere la meglio, il primo pensiero al mattino è sempre quello: sapere chi ha vinto.
In attesa di conoscere i nomi di vinti e vincitori, abbiamo spulciato tra le statistiche del premio per scovare qualche stranezza sui personaggi che quest’anno si contenderanno l’Oscar. Salta subito agli occhi che mai come quest’anno la qualità dei film, degli attori e registi in gara è davvero notevole. Ma è davvero strano pensare che nell’anno in cui l’Academy ha stabilito che il numero dei contenders nella categoria miglior film poteva variare da 5 ad un massimo di 10, sono solo nove le pellicole candidate. Tra queste c’è War Horse, la storia di amicizia fra un ragazzo e il suo cavallo sullo sfondo della prima guerra mondiale, che è valsa al suo regista Steven Spielberg, la settima nomination al miglior film; Con la sua settima doppia candidatura come sceneggiatore e regista per Midnight in Paris, Woody Allen supera il record fino ad oggi detenuto da Billy Wilder, fermo a sei. Settima candidatura alla regia anche per Martin Scorsese con la sua favola in 3D Hugo Cabret. Nonostante sia uno dei più grandi registi viventi, Scorsese ha vinto il suo primo e unico Oscar solo nel 2007 per The Departed, dopo ben 5 candidature andate vuoto: Toro scatenato, L’ultima tentazione di Cristo, Quei bravi ragazzi, Gangs of New York e The Aviator. A Scorsese si lega il destino di uno dei due italiani in corsa per l’Oscar: Dante Ferretti (l’altro è Enrico Casarosa autore del corto Pixar “La Luna”) che assieme alla moglie Francesca Lo Schiavo è alla sua decima nomination all’Oscar per le scenografie e gli arredi di Hugo Cabret. E’ la sesta volta che la collaborazione col regista italoamericano viene premiata con una candidatura, concretizzatasi in un Oscar solo nel 2005 per The Aviator.
Nelle ultime 21 edizioni, per 15 volte il titolo col maggior numero di candidature ha vinto poi l’Oscar per il miglior film. Ma se chi pensa che ricevere più candidature equivalga a vincere altrettanti Oscar, dovrà ricredersi di fronte al triste primato del più grande flop condiviso da Due vite, una svolta e Il colore viola: arrivati entrambi alla notte degli Oscar con 11 candidature, ne sono usciti purtroppo a mani vuote. Stesso destino infame è toccato recentemente anche a Gangs of New York (0 Oscar su 10 nomination) e Il Grinta (0 Oscar su 10 nomination).
Il compositore John Williams si presenta all’appuntamento cinematografico più atteso con ben due nomination nella stessa categoria, per la colonna sonora di War Horse e Le avventure di Tintin, entrambi diretti da Spielberg. Williams sale così a quota 47 nella speciale classifica delle persone ad aver ricevuto più nomination in assoluto, secondo solo a Walt Disney che nella sua lunga carriera ne ricevette sessanta (di cui 26 tramutate in un Oscar). Anche Meryl Streep continua ad incrementare il suo personale record di nomination all’Oscar. Con la candidatura di quest’anno per The Iron Lady, l’attrice arriva a quota 17, con soli due Oscar all’attivo: nel 1979 per Kramer contro Kramer (migliore attrice non protagonista), e ne 1982 per La scelta di Sophie (migliore attrice protagonista).
Quest’anno in nomination troviamo anche due brave attrici di colore Viola Davis (nella categoria attrice protagonista) e Octavia Spencer (nella categoria attrice non protagonista), ed è giusto ricordare che la prima afroamericana ad aver vinto un Oscar è stata Hattie McDaniel, la Mami di Via col Vento, premiata nel 1940 con l’Oscar per la migliore attrice non protagonista, dopo di lei ci sarà Whoopy Goldberg nel 1991. Dobbiamo aspettare il 2002 invece, per veder trionfare Halle Berry nella categoria miglior attrice protagonista.
Demian Bechir (A Better Life), Gary Oldman (La talpa), Rooney Mara (The Girl With the Dragon Tattoo), Berenice Bejo (The Artist), Jessica Chastain (The Help), Jonah Hill (Moneyball – l’arte di vincere), Melissa McCarthy (Le amiche della sposa) e Jean Dujardin (The Artist) hanno ottenuto quest’anno la loro prima candidatura nelle categorie dei migliori attori e attrici protagonisti e non. Hugo Cabret, Midnight in Paris, The Tree of Life e War Horse, pur gareggiando nella categoria miglior film, non hanno nessuno attore candidato alla statuetta.
Vi lasciamo con un’ultima curiosità. Sapete cos’è il Big Five? Ve lo spieghiamo subito. Il Big Five è una vittoria in tutte e cinque le categorie principali degli Oscar (miglior film, regia, attore, attrice e sceneggiatura). Nella lunga storia del premio sono solo tre i film ad aver centrato questo prestigioso risultato, si tratta di: Accadde una notte (1934), Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975) e Il silenzio degli innocenti (1991). Chissà se i produttori del favorito The Artist si staranno pentendo di aver candidato la Bejo tra le attrici non protagoniste. Dando uno sguardo alle nomination di quest’anno, il film di Hazanavicious sarebbe stato il candidato perfetto ad inanellare le cinque vittorie necessarie a fregiarsi del record. Un vero peccato…
Enrica Raia
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