Il nuovo papa è l’argentino Jose Mario Bergoglio e si chiamerà Francesco. Ha 76 anni, è arcivescovo di Buenos Aires oltre ad essere il primo pontefice sudamericano nella storia. E’ stato eletto al secondo giorno di conclave, il 13 marzo, e alla quinta votazione è arrivata la fumata bianca. Piazza San Pietro e via della Conciliazione erano gremite di gente proveniente da ogni parte del mondo, pronta, fra lacrime di gioia e occhi pieni di speranza, ad accogliere il nuovo papa. Centinaia di bandiere coloratissime fluttuavano nell’aria. Poi finalmente l“Habemus Papam’ che ha annunciato al mondo il nome del nuovo Pontefice, pronunciato dal cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran. “Fratelli e sorelle buonasera, voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma e sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo alla fine del mondo, ma siamo qui”. Queste le prime parole pronunciate dal nuovo papa Francesco dalla finestra della Santa Sede.
Bergoglio è stato subito classificato come papa rivoluzionario, uno che non segue gli schemi. Come annunciano diversi quotidiani stranieri, papa Francesco si è interessato anche a questioni sociali e politiche nel suo paese; sono famosi infatti, i suoi discorsi estremamente polemici contro la corruzione e la povertà “dimenticata” nel Paese sudamericano. In passato, ha speso parole piuttosto forti sul “debito sociale, immorale, ingiusto e illegittimo” causato dalla politica economica argentina degli ultimi anni, in particolare rivolto ai governi di Nestor e Cristina Kirchner, attuale presidente argentina. In uno dei discorsi risalenti al 2009, pubblicati dal Guardian, leggiamo: “Piuttosto che prevenire le ineguaglianze, hanno scelto di renderle perfino più grandi; i diritti umani non sono solo violati dal terrorismo, dalla repressione, dagli omicidi ma anche da strutture economiche ingiuste che creano ampie ineguaglianze”. La Cnn, infine, ricorda che Bergoglio “si scontrò con il governo di Cristina Kirchner opponendosi alle nozze gay e alla libera distribuzione di contraccettivi”, in un Paese che ha legalizzato i matrimoni gay nel 2010.
Oggi, poco prima della cerimonia di inaugurazione del pontificato, papa Francesco ha deciso di presentarsi con sua papamobile in piazza San Pietro, in mezzo ai 200mila fedeli presenti. Sceso dalla Jeep bianca, ha abbracciato e baciato i bambini. Un gesto importante che segna l’inizio di un nuovo papato, fondato sull’umilità e sulla semplicità. E proprio durante l’omelia della Messa di intronizzazione, papa Bergoglio ha dato conferma che il suo papato continuerà ad essere così, colmo di gesti calorosi e cordiali, come ad esempio, attendere i fedeli fuori dalla messa della domenica mattina. Per tenere fede al suo passato, rivolge un appello anche a tutti coloro che governano il paese.
“Vorrei chiedere, per favore a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo ‘custodi’ della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo. Ma per ‘custodire’ dobbiamo anche avere cura di noi stessi! Ricordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perché è da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono! Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza!” che, come Papa Francesco ha sottolineato, non è “la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, di amore”.
Anna Panarella
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