L’ultimo vertice europeo del 23 ottobre ha fatto parlare molto di sé in questi giorni. Dopo il confronto con i membri del G20 il presidente del Consiglio, ha annunciato novità rilevanti in tema di pensioni. Da una parte innalzare l’età pensionabile a 67 anni senza differenze di genere per uomini e donne , e dall’altra modificare il meccanismo delle pensioni di anzianità. Si accede alla pensione di anzianità raggiungendo la cosiddetta “quota”, somma dell’età anagrafica e contributiva). Dal 2011 per accedere alla pensione di anzianità , si partiva da quota 95 per un lavoratore dipendente, 96 per gli autonomi, per poi salire nel 2012 a quota 96 e dal 1 Gennaio 2013 a quota 97 con un aumento dell’età minima da 60 a 61 anni. Per gli autonomi sempre un anno in più. Una modifica che ha portato a un ulteriore innalzamento è prevista dalla manovra triennale dell’estate 2008 che all’articolo 12 prevede la finestra mobile. I lavoratori dipendenti possono cioè andare in pensione “trascorsi dodici mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti”, 18 mesi per gli autonomi. Per quanto riguarda invece i 40 anni di contributi : dal 2012 chi avrà maturato i 40 anni di contributi si vedrà posticipare l’accesso alla pensione di un ulteriore mese, di due mesi nel 2013 e di tre mesi nel 2014. Per i lavoratori degli impieghi cosiddetti “usuranti” il limite minimo resta a 35 anni. Per accedere invece alla pensione di vecchiaia erano necessari 60 anni di età per le donne e 65 per gli uomini. Dal 2012 l’età della vecchiaia per le donne occupate nella pubblica amministrazione è passata a 65 anni. Per il settore privato saranno necessari per le donne 65 anni dagli attuali 60 solo a partire dal 2026, al termine di un graduale innalzamento che inizierà nel 2014
Dal 2013, i requisiti pensionistici sia per uomini che per donne, saranno legati alle aspettative di vita certificate dall’Istat a partire con due anni di anticipo rispetto a quanto ha stabilito la manovra correttiva dello scorso anno. Anche questa misura contribuisce di fatto a ritardare ulteriormente l’età della pensione.
Giusy De Angelis
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