Siamo a fine maggio ed ancora ci troviamo a camminare con giacche ed a dormire sotto le trapuntine.
Posso immaginare che vogliate volare verso mete calde and so..
.. Oggi ce ne voliamo in direzione d’ un insieme di arcipelaghi appartenenti alla Francia ma situati nell’Oceano Pacifico: la Polinesia Francese! E a tal proposito, sapete l’Onu che cosa ha richiesto? Informatevi!
Ma non starò qui a parlare del sole caldo, delle spiagge bianche e delle acque cristalline di questo paradiso terrestre.
No.
Queste cose le vedrete appena atterreremo.
Piuttosto, vi stuzzico la curiosità con le sue usanze tradizionali fino all’arrivo in aeroporto locale!
Dovete sapere che i polinesiani hanno uno strano concetto del tempo: infatti lo ritengono una variabile mooooolto elastica. Perciò non siate fiscali con gli orari, nemmeno se si parla di istituzioni.
Ricordatevi che, generalmente, negozi ed uffici effettuano il seguente orario di apertura al pubblico: 8.00/11.30, 13.30/17.30. Il sabato è prevista solamente l’apertura al mattino. Le banche solitamente sono aperte dalle 8.00 alle 15.30. Quindi, se voleste restare qui, regolatevi e..
Uh, tempo di scendere dall’aereo!
Quando arriveremo, vedrete che ci accoglieranno ballerine e ballerini di Tamurè ed altre danze così sensuali. Non restatene stupiti: anche se non siamo personaggi illustri, riceveremo comunque questo trattamento!
E non vi azzardate a dare loro una mancia, è offensivo!
Sicuramente, poi, non ometteranno il loro tradizionale gesto di Buona Fortuna, una sorta di saluto che viene fatto con la mano chiusa e le dita pollice, indice e mignolo alzate. Sì, tipo corna. Quindi, mi raccomando, non scambiatelo per un insulto anzi.. ricambiate!
Un’altra cosa su cui dovrete prestare attenzione, è il rispetto della legge! Non che si debba fare solo qui ma.. in Polinesia proprio non transigono! Le Autorità locali sono molto ligie al dovere e difendono, strenuamente, il loro territorio. Quindi non siate troppo polemici e se non volete essere espulsi e catalogati come “persona non gradita“, restatevene tranquilli e godetevi quanto di bello c’è.
E come dico sempre a chi viaggia, adeguatevi alle abitudini della destinazione da voi scelta.
Ecco, a proposito di adeguarsi, io direi subito di provare ad adeguarci alla loro cucina..
.. Ristorantino? Mh?
La cucina locale prevede piatti poco sofisticati ma gustosi, perché è un mix fra la cucina francese, cinese e italiana. Fra le specialità polinesiane troviamo il pesce crudo alla tahitiana (tonno con verdure speziate), ed un preparato con latte di cocco e frutta, alimento base per la popolazione locale. Oltre ai frutti esotici conosciuti ai più, si possono gustare frutti tipici della zona come quelli dell’ albero del pane o i tuberi di taro. Quale vi incuriosisce maggiormente?
No, al ristorante con me non ci venite in costume! Vi guarderebbero veramente male, quindi copritevi! I Polinesiani sono un popolo molto religioso e credente, e la tradizionale immagine che rappresenta le donne con costumi succinti e sensuali è soltanto una vecchia usanza che non viene praticata quasi più.
Ed ora vi propongo la fase settimanale più attesa dalle donne: girare nel villaggio per bazaar!
Sapete, l’artigianato è molto ma molto sviluppato, in Polinesia. Si basa sulla tradizione maori, e proprio per questo gli abitanti creano maschere, canoe in legno, collane di corallo o cuciono vestiti colorati abbinati a ghirlande di fiori. Tutto molto variopinto ed armonioso. Diciamo che rappresenta appieno l’anima di questa Terra.
Su, passeggiamo verso il centro! Intanto vi parlo delle leggende polinesiane!
Dovete sapere che la società polinesiana è stata segnata da dei divieti a carattere magico-religioso che hanno dato nascita al termine Tabù, che significa “vietato, proibito”. Gli etnologi considerano che il Tabù è un fenomeno religioso che costituisce la forma negativa del sacro. Al primo livello delle cose Tabù bisogna citare quelle insolite: tutto ciò che è contrario all’abitudine è definibile Tabù (per esempio i gemelli, i frutti doppi, gli albini, etc.).
Sì amici, sì. Che poi, ammettiamolo, anche qui le succitate cose vengono guardate un po’ con l’occhietto non proprio normale, eh.
Guardate lì, in quel giardino! Proprio ciò di cui stiamo parlando! Aguzzate la vista verso il limitare, non vedete nulla? C’è un piccolo cartello bianco con scritto “Tabù”.
Qui, il termine Tabù è spesso utilizzato per indicare un limite da non oltrepassare. Un po’ come il nostro “Proprietà Privata”, insomma.
Ma torniamo a parlare delle storie tradizionali. Le leggende polinesiane provengono da antiche credenze politeiste. I polinesiani adoravano svariati dèi : Taaroa, tane, tu, oro, hiro . Le loro avventure erano raccontate tramite leggende delle quali resta solo, ahimè, una tradizione orale. Le uniche tracce materiali sono ottenute a partire dei siti archeologici.
Degli antichi luoghi di culto di pietra posso citarvi i Marae (termine che significa “pulito, libero da alberi”). Qui, oltre ad onorare dèi, si preparavano le azioni sociali: una guerra, l’elezione dei capi e anche i sacrifici umani. Di Marae esistevano differenti tipi: alcuni per le celebrazioni della famiglia (come nascite o decessi) ed i Marae reali per le cerimonie importanti che riunivano, a volte, anche diverse isole! Immaginatevi che cosa in pompa magna! Ma i Marae, strutturalmente, cosa erano? E ve lo spiego subito! Erano null’altro che una spianata rettangolare , una sorta di piattaforma fatta di pietre e con un tetto a spiovente. Questa era circondata da un muretto (e a volte da gradini), di pietre o legno e a volte con terrazzamenti (paepae).
E vicino i Marae si son sempre trovati i Tiki,ovvero statue intagliate in blocchi di pietra o legno, di varie dimensioni, rappresentanti esseri umani.
Non vedrete mai (e dico mai!) un polinesiano che tocca un Tiki o saccheggia un Marae. Ed il perché ve lo dico all’istante: entrambe le composizioni potrebbero avere del Mana e lanciare una maledizione (sì, per chi di voi non lo sapesse ancora, il Mana è la forza soprannaturale. Insomma, la Magia).
Oh, siamo giunti nel villaggio! Quanti colori e quanta musica nell’aria!
Quello stand è affollatissimo, andiamo a vedere cosa vende!
Uh, souvenirs con riproduzioni di incisioni rupestri!
Tanti frammenti di pietra in cui son incisi dei disegni in maniera rudimentale. Bellissime!
Prendo quello rappresentante la tartaruga!
Anzi no, il sole!
Oppure no, i pesci!
Ok, ok, li prendo tutti.
La Redazione
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