Si può dire che da quando è nata la seconda Repubblica tranne brevi periodi in cui la ondeggiante e policroma sinistra italiana è stata al governo del Paese, Silvio Berlusconi è stato preso di mira in tutti i modi dai magistrati italiani, hanno indagato sulle sue aziende e sugli affari connessi, sulla sua discesa in campo teorizzandone l’appoggio della mafia siciliana, poi le dichiarazioni bomba dai soliti pentiti fino al bordello del bunga bunga esercitato da centinaia di ragazze alla corte del sultano, eppure nonostante questa particolare guerra dei magistrati “rossi” fino ad oggi non è mai successo veramente niente di importante contro la sua persona, mai una condanna, solo assoluzioni o perenzioni di termini per tutte le cause in cui è stato tirato dentro. Certo che è strano, cosi come lo fu il fatto che per ben cinque anni la sinistra italiana al governo del Paese non fu capace di emanare la famosa Legge del conflitto di interessi contro l’uomo di Arcore, se lo avesse fatto, da anni non avremmo più sentito parlare del Cavaliere.
Allora quale veramente la verità? Cosa c’è dietro la ormai più che devastante incapacità della opposizione italiana di sostituire Berlusconi alla guida del Paese? Possibile che il teatrino della politica abbia preso e continua a prendere in giro gli italiani utilizzando l’uomo di Arcore come il colpevole dei mali italiani, colpendolo continuamente senza però mai fargli male veramente, ben consci che uno come Lui nasce una volta ogni paio di generazioni e che sarebbe difficile sostituirlo? In buona sostanza tutta una simulazione, come avviene nei migliori incontri di Catch dove un lottatore viene sballonzato sotto scariche di potenti cazzottoni e quando sembra ormai morto riprende vita e uno dopo l’altro mette al tappeto tutti gli avversari. Una scena questa che nel corso di questi sedici anni abbiamo rivisto più di una volta e Lui è ancora al suo posto, più invecchiato ma sempre tonico e pronto a difendersi e a ricominciare.
Su questo vivono i Santoro, i Floris, i Vespa, i Sallusti, i Belpietro e i Travaglio poi i Fini, i Bersani, qualche Di Pietro e altre centinaia di cortigiani loro simili che sicuramente la sera prima di dormire dicono sempre la preghiera per Silvio sperando che ci sia anche il giorno dopo e poi domani ancora.
E’ questa la ignobile verità della sceneggiata che questi scadenti teatranti ripetono sul palcoscenico sinuoso dell’italico stivale da quando hanno trovato il loro Dalai Lama?
Se è cosi mi chiedo se è già nato il prossimo piccolo Budda e se nell’ombra di qualche sagrestia non ci sia già chi lo sta addestrando alla sceneggiata di cui comunque sarà la vittima sacrificale, cosi come accadrà o sta già accadendo per il Cavaliere di Arcore.
E gli italiani? Loro, noi, siamo già pronti nella grande sala accalcati ad assistere allo spettacolo della morte del vecchio sultano mentre tra le quinte è già pronto a fare il suo ingresso in scena il nuovo re e la corte di sempre, dove non mancherà la chiesa e i suoi esponenti.
Povero Berlusconi! Altro che utilizzatore finale, anche lui è solo uno strumento nelle mani di chi muove, ha mosso e continuerà sempre a muovere le marionette.
Riproduzione Riservata ®