Finalmente la prima relazione è stata presentata. L’agenzia dell’Onu “Un Women” ha stilato la condizione della donna nel mondo. L’ex presidente cileno Michelle Bachlet, ora a capo dell’organizzazione, ha voluto evidenziare i progressi e regressi che ci sono stati in merito alla condizione femminile. Sicuramente positivo è il dato che vede l’aggiornamento delle Costituzioni di Centotrentanove Paesi per quanto concerne l’uguaglianza. È stato decretato: la violenza domestica è reato. Tutti i Paesi, dall’America all’Africa, hanno voluto compiere questo piccolo passo avanti. Per soli cento Paesi, invece, gli articoli hanno previsto un ragguaglio della retribuzione con relativa livellatura. Aggiungiamo anche la grande vittoria per il suffraggio universale in tutto il mondo e il dato è tratto. O almeno una piccola parte. “La strada è ovviamente ancora lunga. “Un Women” da sola non puo’ fare niente. Spetta infatti ai governi attuare delle leggi che permettano di rimuovere gli ostacoli – spiega la Bachelet. La nostra agenzia però ha il compito di lavorare con le amministrazioni e aiutarle a trovare nuove vie e strategie di azioni”.
Da un lato esiste il dato positivo di esempi reali. In Ruanda, come si evince dal rapporto, la rappresentanza femminile in Parlamento ha portato ad un surplus di leggi a protezione della donna. In alcuni Paesi dell’America Latina, invece, l’impiego di donne nella forza pubblica ha fatto riscontrare un aumento di denunce per violenze domestiche. Dall’altro versante, però, sono ancora seicentotre milioni le donne che vivono in Paesi dove la violenza nelle case private non viene denunciata in quanto non marchiata come crimine punibile dalla legge. Ancora il trenta percento guadagna meno degli uomini e, oltre il cinquanta percento, non è tutelata dalla violenze in ufficio.
Creata il due luglio del 2010 per far valere di diritti femminili nel mondo, l’Un Women per l’uguaglianza è stata approvata il 30 giugno dello stesso anno. Sotto la responsabilità del Sottosegretario generale, questa nuova entità riunisce quattro associazioni: l’INSTRAW – l’Istituto per la Ricerca Internazionale e la Formazione finalizzata al progresso femminile -, l’OSAGI – l’Ufficio del Consigliere Speciale per il Segretario Generale dell’Onu sulle questioni di genere e sul progresso femminile -, il DAW – la Divisione per il Progresso delle Donne – e l’UNIFEM – il Fondo di Sviluppo Onu per le Donne. Il budget a disposizione dell’agenzia delle Nazioni Unite è di circa trecento milioni. Quest’ultimo servirà ad aiutare le donne che vivono in situazioni difficili in cui i diritti femminili vengono violati senza vergogna. “L’uguaglianza– continua la Bachelet- non è solo un diritto fondamentale, ma anche un modo per migliorare l’economia e il benessere di ogni Stato. Avere una donna libera e forte in sostanza conviene anche agli uomini”.
Roberta Santoro
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