È iniziato oggi, intorno alle 10.40, il processo di appello per il caso Calcioscommesse, nato dal secondo filone dell’inchiesta condotta dalla Procura di Cremona e sviluppatosi grazie alle informazioni rese dai calciatori pentiti Carlo Gervasoni, Filippo Carobbio e, in parte, Vittorio Micolucci. Dinanzi alla Corte di Giustizia Federale, presieduta da Gerardo Mastrandrea, saranno discussi i ricorsi sulle sentenze della Commissione Disciplinare che ha sanzionato 14 club e 33 tesserati (a cui si sommano 26 patteggiamenti, 7 da parte di società e 19 di tesserati) rispetto agli 83 deferimenti (22 società e 61 persone fisiche) fatti dal Procuratore federale Stefano Palazzi. Tra le penalizzazioni inflitte in primo grado spiccano i 15 punti e i 90mila euro di ammenda comminati all’Albinoleffe (la richiesta di Palazzi era di 27 punti) e gli 11 punti (più 70mila euro) al Piacenza, nel frattempo fallito. Tra i club di A la Disciplinare ha invece penalizzato di due punti il Pescara e sanzionato Sampdoria e Siena con un’ammenda di 50mila euro per ciascuna società. Quattro punti (e 35mila euro) invece per il Novara, retrocesso in Serie B nella passata stagione. L’udienza è iniziata con oltre un’ora di ritardo per problemi logistici legati alla capienza dell’aula dell’ex Ostello della Gioventù del Foro Italico che ospita la fase dibattimentale. Non hanno fatto appello i tesserati: Paoloni, Federico Cossato e Santoruvo e le società Ancona, Piacenza, Ravenna (club professionistici ormai inesistenti per vari motivi) e i dilettanti dell’Avesa (Verona).
MASIELLO SCARCERATO — Il Gip di Bari Giovanni Abbattista ha accolto oggi l’istanza di revoca della custodia cautelare presentata dai legali di Andrea Masiello e Gianni Carella, arrestati il 2 aprile scorso nell’ambito dell’inchiesta sul calcio-scommesse. Lo riferiscono fonti giudiziarie. I due, che erano agli arresti domiciliari dopo aver trascorso un periodo in carcere, sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. Masiello, ex calciatore del Bari ora all’Atalanta, era stato arrestato nell’ambito del filone sul calcio-scommesse di competenza della procura pugliese, che ha indagato su almeno quattro partite del Bari considerate truccate – tra il campionato 2009-10 e quello 2010-11 – compreso il derby con il Lecce che permise alla squadra salentina di salvarsi. Masiello ha ammesso davanti ai magistrati di avere realizzato volontariamente un autogol in quella partita, vinta 2-0 dal Lecce, per poter incassare la somma pattuita per truccare la partita.
Fonte: Gazzetta.it
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