ROMANO, SEI STATO NOMINATO. “Vogliono farmi un’imboscata.” E’ il commento a caldo che il cavalier Berlusca ha rilasciato quando ha saputo della brusca ma forse non proprio inattesa virata del Pd, che dopo il fallimento della candidatura condivisa di Franco Marini ha scelto, a sorpresa, di rilanciare Romano Prodi come primo nome in corsa per il Colle.
Un nome, quello dell’ex presidente del Consiglio ed ex presidente della commissione Ue, che non piace per niente al Pdl. Sarà perché il nome di Romano Prodi non rientrava negli accordi Pd – Pdl, sarà perché Prodi è stato per ben due volte avversario del Cavaliere alle elezioni politiche, questa candidatura a Berlusconi non è andata proprio giù. Forse avrà pensato che, a questo punto, in lizza per il Colle avrebbe dovuto esserci anche il suo nome. E mister B. già annuncia che darà battaglia.
La scelta di Prodi certo non unisce in un clima politico teso come quello attuale, e in questo ripiego del Pd molti leggono un ritorno alle origini e ai caldi nomi della vecchia nomenklatura, protagonisti della politica che fu. Un segnale contrario alla tanto annunciata rivoluzione politica, che va contro l’idea stessa di uno svecchiamento del paese.
MARINI, SEI FUORI. Franco Marini, dal canto suo, capita la tattica si ritira. “Sono cambiati gli accordi” dice. Mentre al M5s la scelta di Prodi al Quirinale non dispiace. Se Rodotà non dovesse farcela, la vittoria di Romano Prodi non sarebbe totalmente invisa ai grillini. Anche se la rivoluzione a quel punto dovrebbe aspettare.
E, tra i più maliziosi, c’è già chi pensa che sia stata tutta una tattica architettata dal Pd, e che Bersani avrebbe giocato d’astuzia, prima fingendosi conciliante, certo della mancata vittoria del candidato Marini, poi invertendo la rotta e presentando un candidato di parte. E se all’orizzonte del Pdl torna a profilarsi l’incubo Prodi, anche all’interno del Pd non mancano i malumori per il basso profilo tenuto dal segretario del partito. In un momento così delicato membri ed elettori della sinistra italiana si aspettavano da Bersani una maggiore prova di forza. Ma, si sa, il Pd è sempre stato bravo a unire, piuttosto che a dividere. A preservare le tradizioni, più che ad innovarle.
Insomma, l’unico felice di questa scelta deve essere lui, Romano Prodi. Il prescelto. Chissà cosa avrà pensato, quando la notizia della sua candidatura al Colle l’avrà raggiunto in Mali, dove si trova come inviato speciale per l’Onu. Il suo rientro in Italia è previsto per sabato, mentre il quarto scrutinio delle elezioni presidenziali, con il quorum che scende da 672 a 504 voti, si terrà già questa mattina. Romano Prodi, sei stato nominato.
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