Richard Curtis è uno sceneggiatore e regista britannico, noto ai più per aver creato il personaggio di Mr Bean. Oltre a questo personaggio la sua fama è legata alla sceneggiatura di “Quattro matrimoni e un funerale”, “Notting Hill”, “Il diario di Bridget Jones”. Dopo 10 anni di stasi e dalla sua ultima pellicola, “Love Actually”, Richard Curtis ritorna in campo dietro la macchina da presa con una nuova commedia, Questione di tempo (About Time), che abbraccia diversi generi; dalla fantascienza fino al romantico passando per il drammatico. La pellicola arriverà nelle sale italiane il 7 novembre. Le anteprime del film si sono tenute in Italia in diverse città il 28, il 29 e il 30 ottobre.
La commedia sentimentale, con venature fantascientifiche, racconta la storia di un ragazzo di 21 anni, Tim Lake (Domhnall Gleeson), timido e impacciato, che scopre di possedere una particolare abilità: quella di poter viaggiare attraverso il tempo. La notte seguente un capodanno deludente, il padre di Tim, interpretato da Bill Nighy (che molti ricorderanno per aver interpretato Billy Mack, ex leggenda del rock in “Love Actually”) svela a suo figlio che gli uomini della sua famiglia hanno sempre avuto la capacità di viaggiare nel tempo. Tim non può cambiare la storia, ma può cambiare quello che è accaduto e quello che accadrà. Deciderà così di sfruttare la sua abilità per trovare una fidanzata, migliorando il suo mondo. Mary (Rachel McAdams) sarà la giovane e bella ragazza che farà battere il cuore al nostro protagonista dai capelli rossi. L’impresa di Tim si rivela più complessa del previsto. Infatti, accidentalmente Tim cancella la linea temporale e dovrà provare a far innamorare la sua ragazza nuovamente.
La questione dei viaggi nel tempo è stata ampiamente affrontata dal cinema. Dopotutto il fascino che la possibilità di viaggiare nel tempo suscita negli individui è sempre stato evidente, tanto che molteplici registi hanno cercato di affrontarlo con risultati più o meno convincenti e soddisfacenti. Tra le pellicole che hanno trattato il tema dell’incursione nel passato e nel futuro ci sono pellicole come “Ritorno al futuro”, la trilogia di Robert Zemeckis, in cui un diciassettenne studente di liceo, Marty McFly, interpretato da uno straordinario Michael J. Fox, viaggia nel passato (e non solo) grazie ad una DeLorean modificata dal bizzarro scienziato Doc, interpretato da Christopher Lloyd. “L’uomo che viaggia nel futuro” è un film del 1960 diretto dal regista George Pal, da cui nel 2002 è stato tratto un remake, “The Time Machine”. La storia prende l’avvio la vigilia della festa di capodanno del 1900, quando un abile inventore, George Wells, costruisce una macchina del tempo che gli permette di viaggiare nel tempo e vivere alcune rocambolesche avventure. Altro film che tratta il tema del viaggio nel tempo è “Il pianeta delle scimmie”, film del 1968 diretto da Franklin J. Schaffner, da cui è stato tratto il remake del 2001, con lo stesso titolo, diretto da Tim Burton; ed in seguito anche un riavvio della serie con “L’alba del pianeta delle scimmie” nel 2011.
Essendo un tema di larghe vedute è stato possibile adottarlo a svariati generi cinematografici. Tra le commedie spiccano “Non ci resta che piangere”, film del 1984, in cui Massimo Troisi e Roberto Benigni, rispettivamente un bidello ed un insegnante si trovano catapultali in un borgo lucchese nel 1400. Ed ancora “Kate & Leopold”, dove un affascinante Hugh Jackman, gentiluomo dell’Ottocento, viene catapultato nella New York dei giorni nostri dove incontrerà Kate (Meg Ryan), di cui si innamorerà. E a seguire “La casa sul lago del tempo” (2006), commedia romantica diretta da Alejandro Agresti. Tra le più recenti ci sono anche “Un amore all’improvviso” (2009), “Un fidanzato venuto dal futuro” (2001) e “Midnight in Paris” di Woody Allen.
Questione di tempo è appunto una nuova e inusuale commedia romantica che affianca il tema del viaggio nel tempo e la possibilità di godere di seconde opportunità. Insomma utilizzare il tempo per migliorare la propria vita, anche se il protagonista nel tentativo di migliorarla combinerà una serie di danni. Ma dopotutto il regista vuole mandarci un messaggio intrinseco, quello di godere di ciò che abbiamo nel presente, facendo tesoro delle cose che sono veramente importanti. Così Richard Curtis intervistato da Comingsoon.it ha parlato del film in questi termini:
“Se potessi cambiare tutto nella tua vita, forse alla fine del viaggio decideresti che sei felice con quello che hai, che devi solo averne maggiore cura, cercare di godertelo di più e preoccuparti di meno, goderti la giornata. Il mio unico rimpianto nella vita è che quando avevo delle fidanzate con cui sapevo che non sarei rimasto mi preoccupavo di continuo per questo, invece di accontentarmi di un anno felice. […] E il film parla un po’ della necessità di godersi le cose.”
Un film che ha come imput quello di farci riflettere su quanto poco spesso godiamo dei semplici e piccoli piaceri della vita, perché troppo intenti a pensare come cambiare alcune cose che non ci piacciono e impedire che accadano. Probabilmente è il film più personale scritto da Richard Curtis, in grado di affrontare concetti apparentemente ovvi, ma in modo assolutamente brillante, cosicché il pubblico possa facilmente immedesimarsi nella vita dei protagonisti ed emozionarsi.
Maria Scotto di Ciccariello
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