Da alcune settimane, cioè da quando è stata diffusa la notizia che un probabile sito di trasferenza sarebbe stato aperto a Scampia, la ormai persistente “emergenza” rifiuti ha iniziato a preoccupare i cittadini di questo quartiere ben più di tutti gli altri napoletani. Appresa la “novità”, la cittadinanza si è mobilitata con la costituzione di un comitato pubblico antidiscarica, mentre i parroci di Scampia hanno fatto suonare le campane a lutto più volte nell’arco di 24 ore, non per sottolineare la fine arrendevole di un territorio già afflitto da numerosi e gravi problemi, bensì – come spiegato da don Francesco Minervino, decano dell’VIII Decanato della Diocesi di Napoli – in qualità di “sveglia dedicata a tutti gli uomini di buona volontà per mantenere un barlume di speranza nel quartiere con azioni concrete, capaci di contrastare scelte scellerate”.
Ciò che preoccupa gli abitanti del quartiere non è soltanto l’idea di ospitare una discarica in un territorio già dilaniato dal degrado e dall’assenza di qualsiasi intervento di riqualificazione – Scampia è ancora oggi in attesa di una riqualificazione reale che preveda: i nuovi alloggi per gli abitanti delle Vele, l’abbattimento delle Vele stesse, la costruzione dell’università e la creazione di una piazza dove possano sorgere spazi di socializzazione e opportunità di sviluppo concrete per la cittadinanza – ma anche e soprattutto il fatto che il sito prescelto (l’ex centrale del latte) sia a pochi passi da una scuola elementare, da abitazioni e non ultimo dal campo Rom di Via Cupa Perrillo.
Considerato che l’VIII Municipalità “fa già la sua parte”, come sottolineato dal Presidente della Municipalità Carmine Malinconico, ospitando la discarica di Chiaiano, prossima alla saturazione – “non siamo lo sversatoio della città” ha affermato Malinconico – viene da chiedersi, legittimamente, se l’idea di creare a Scampia un ulteriore sito dove nascondere la munnezza – sotto il tappeto e il naso dei cittadini – non derivi proprio dal degrado in cui il quartiere versa da anni: cosa importa se in un quartiere a rischio e multiproblematico aggiungiamo pure la munnezza? I cittadini di Scampia sono già abituati ad una “vita malsana” secondo le istituzioni? O forse sono da considerarsi cittadini “di serie B”, con diversi diritti rispetto agli altri napoletani: minor diritto alla salute, alla serenità, alla vita?
Da un po’, insomma, tra i cittadini a Scampia, soffia vento di tempesta. E non ci si riferisce soltanto alla gelida neve che ha colto di sorpresa la città nella mattinata di sabato 26 febbraio, ma anche e soprattutto all’indignazione dei cittadini del quartiere che, nonostante il freddo, si sono riuniti proprio quella mattina per dimostrare il loro dissenso nei confronti di tale proposta, per manifestare contro l’apertura della discarica a Scampia. Circa 300 persone tra abitanti, associazioni e membri di comitati antidiscarica si sono incontrati in Piazza della Libertà e, dopo brevi interventi per sensibilizzare l’opinione pubblica in relazione al problema rifiuti – sottolineando l’importanza di un’inversione di rotta affinché esso venga definitivamente risolto, quindi citando la necessità della attivazione della raccolta differenziata porta a porta e della riduzione dei rifiuti – sono partiti alla volta del luogo prescelto dalle istituzioni per il nuovo sito di trasferenza. Molti i comitati antidiscarica campani intervenuti alla manifestazione: in particolare quelli di Chiaiano e di Taverna del Re, che hanno precisato come anche quest’ultimo dovesse in origine essere un sito temporaneo di raccolta, anche se la realtà, con il tempo, si è rivelata ben diversa.
Il prof. dott. Ciannella, membro dell’associazione Medici per l’Ambiente, intervistato in occasione della manifestazione, ha sottolineato che in Campania l’insorgere di malattie quali tumori e leucemie è aumentato del 50% negli ultimi 10 anni e che l’aspettativa di vita dei cittadini napoletani si è ridotta di due anni rispetto a quella degli abitanti del resto d’Italia: “E’ fondamentale puntare sull’informazione, a partire dalle fasce più giovani nelle scuole, oltre che sulla bonifica ambientale e sulla gestione di un ciclo virtuoso dei rifiuti per risollevare le sorti di questa regione. I nostri più recenti studi dimostrano che esiste un rapporto di causalità tra la raccolta e lo smaltimento illecito dei rifiuti e la vivibilità delle zone in cui tali atti illeciti si verificano. La salute è un diritto da tutelare: non è un caso che i problemi maggiori si riscontrino tra i cittadini di Pianura, Bagnoli, della zona vesuviana, per questo l’associazione lotta contro le discariche: ci siamo impegnati già a Chiaiano e oggi siamo qui per Scampia”. Ed è anche di diritto alla salute che discutono i cittadini di Scampia uniti dallo slogan “No alle discariche. Né a Scampia né altrove”, preoccupati ulteriormente dalla pericolosità di un sito di trasferenza che, essendo temporaneo (ospita i rifiuti per 48 ore), non rende necessarie le misure igieniche generalmente previste per una discarica “a tempo indeterminato”.
Risale al 1799 la celebre frase di Goya “Il sonno della ragione genera mostri”: lo sanno bene i cittadini di Scampia che sono svegli e consapevoli dei propri diritti e che lotteranno fino in fondo per non vederli calpestati ancora una volta.
Sara Di Somma
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