Kim Jong Un, Il leader della Corea del Nord, a prima vista assomiglia ad un adolescente pacioccone ed un po’ troppo affamato: in realtà è un feroce dittatore.
Apparentemente temperato dalle ultime notizie arrivate, sembra che il leader asiatico abbia raccomandato agli studenti universitari e ai membri del partito (inizialmente pareva a tutti i coreani) di tagliarsi i capelli come lui: già diversi anni fa in Corea erano stati vietati i capelloni.
Un’ altra decisione “colorita” fu di dare in pasto lo zio di Kim Jong Un, ai suoi voraci cani.
E’ una tradizione folkloristica che alcuni dittatori extra europei hanno avuto usi e modalità pittoresche: atteggiamenti che si prestano alla risata, ovviamente non scordando i genocidi che gravano attorno a queste figure.
Di là delle involontariamente comiche pose di Mussolini e dell’arringare isterico di Hitler, l’autentica vena “umoristica” fu propria dei dittatori africani: in particolare Idi Amin Dada dell’Uganda (“presidente-dittatore” dal 1971 al 1979) e Jean Bedel Bokassa(al governo della Repubblica Centrafricana dal 1966 al 1979).
Alcune voci confermano che ambedue hanno praticato il cannibalismo verso i loro nemici, in particolare Bokassa pare si cibò dei cadaveri d’alcuni studenti rivoltosi.
In entrambi i casi vi fu una probabile e folle paranoia mentale, tale da giustificare le nefandezze e particolarità della loro politica.
Bokassa nel 1977 s’auto-proclamò imperatore, spendendo venti milioni di dollari per la cerimonia d’incoronazione; volendo, infatti, imitare il suo idolo, Napoleone Bonaparte: richiese la corona ferrea, il manto d’ermellino e addirittura il Papa che ponesse la corona in capo (ma questo non fu chiaramente possibile).Le spese della cerimonia mandarono sul lastrico l’economia della piccola nazione africana e pochissimi capi di stato internazionali parteciparono all’evento (gli inviti furono diramati a tutti, prevedendo un evento grandioso).
Idi Amin Dada rinnovava la figura fisica del “dittatore simpatico”: un aria benevole proveniva da questo grassone che amava ricoprirsi di medaglie (da “conquistatore dell’impero britannico” fino al “Touring club austriaco”) per un infantile segno d’importanza.
L’astio verso l’impero britannico era esaltato dalla consapevolezza (attraverso singolari studi araldici) d’essere l’ultimo Re di Scozia: quando fece visita alla Regina Elisabetta II, fu accompagnato da un enorme carico di banane (con l’auspicio malizioso di sfamare il popolo britannico).
Il dittatore fu celebre per alcune assurde affermazioni, a seguito d’altrettante scriteriate azioni.
“Allah in persona m’è apparso venerdì nel cuore della notte, in sogno, e m’ha ordinato di cacciare dalla nostra terra tutti gli asiatici”
La frase fu detta nel 1972, nell’atto di sloggiare 50.000 asiatici dall’Uganda.
“Hitler ha fatto bene a uccidere sei milioni di ebrei”
L’affermazione giustificò la rottura dei rapporti diplomatici con Israele.
“Sua Eccellenza il Presidente a vita, Feldmaresciallo Al Hadji Dottor Idi Amin, ,MC(croce militare).DSO(distinguished service order),VC(croce della vittoria), Signore di Tutte le Bestie della Terra e dei Pesci del Mare e Conquistatore dell’Impero britannico, in Africa in Generale e in Uganda in Particolare”
Questo fu il titolo che si diede proclamandosi capo di stato: l’accenno al “signore delle bestie” nasceva dalla diceria di poter domare i coccodrilli col solo pensiero.
Nella zona centro-americana, un altro dittatore emulava gli atteggiamenti dei “colleghi” africani: Francois Duvalier, “presidente” dell’isola di Haiti dal 1957 al 1964, e detto affettuosamente “papà doc”.
Seguendo la classica impostazione fisica “ingannevole” (anche Stalin provocava simpatia ed umanità attraverso i suoi “baffi contadini”) anche il dittatore centro americano pareva un innocuo vecchietto, dai capelli bianchi ed occhiali tartaruga.
In realtà volle imporre e ristabilire la religione Vodoo nell’isola caraibica, affermando di possedere doti paranormali e d’essere lui stesso un “hougan” (ossia un “mago nero”): usava vestirsi come il funereo Baron Samedi (la divinità Vodoo che “traghetta” i morti nell’aldilà), con cappello a cilindro, frack, occhiali scuri ed un sigaro in bocca.
Inoltre Duvalier affermava che gli avversari politici erano tramutati in zombie e pubblicava un’immagine ove Gesù Cristo gli imponeva una mano sulla spalla, come a volerlo designare suo erede.
L’esaltazione di un’altra religione, gli provocò la scomunica del Vaticano.
Volendo risalire ad altre “follie” di dittatori passati, è giusto ricordare i “pazzi” imperatori romani: seppur le leggende che fiorirono intorno a loro, furono spesso tramandate dal senato (avversario di questi personaggi e quindi capace di “modificare” la realtà) ma spesso sbugiardate da alcune sagge politiche degli stessi imperatori.
Ad esempio Gaio Giulio Cesare Germanico, universalmente conosciuto come “Caligola”, fu descritto con un “volto orribile e ripugnante”, mentre la realtà delle immagini tramandante fu ben diversa.
La famosa volontà di nominare il suo cavallo “incitatus” come senatore, fu in realtà un’evidente provocazione: Caligola spiegò chiaramente quanto volesse dimostrare che un cavallo avesse più saggezza di un senatore.
Alcune dicerie sembrano verosimili: durante un banchetto improvvisamente l’imperatore scoppiò a ridere e, a seguito dello stupore di un commensale, spiegò che stava immaginando l’assassinio di quest’ultimo e difatti lo fece giustiziare sul posto.
Provata e altrettanto folle fu la volontà di erigersi a Dio, al punto di far costruire un tempio ove il popolo potesse rivolgersi a lui in preghiera.
Gli atteggiamenti di Caligola possono essere giustificati da forme di paranoia, insonnia, allucinazioni, epilessia, iper-tiroidismo o addirittura avvelenamenti da piombo.
Il medesimo travisamento di personalità, dato da una lettura “nemica” del senato, è assimilabile a Lucio Domizio Enobarbo Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico, storicamente conosciuto come Nerone.
La presunta follia e crudeltà dell’imperatore può essere semplicemente ridimensionata, fino a far affiorare un imperatore moderatamente severo(studi storiografici moderni negano addirittura la sua celebre follia): un classico esempio è il famoso incendio di Roma, indubbiamente non provocato da Nerone che anzi si diede da fare per domarlo ed ospitò parte della popolazione romana nel palazzo imperiale.
Un altro imperatore, stavolta giudicato da ogni fonte come “folle”, fu Lucio Elio Aurelio Comodo, conosciuto come Commodo, figlio prediletto del saggio Marco Aurelio.
Commodo era egocentrico, al punto di ribattezzare (attraverso il suo nome) il senato, il calendario, o addirittura di approfittare di un incendio, che rovinò una zona di Roma, per ribattezzarla “colonia commodiana”.
Amava lottare personalmente al Colosseo contro le bestie feroci, attirando gli occhi scandalosi del senato (era considerato indegno che un imperatore diventasse un gladiatore).
L’auspicio è che anche le gesta di Kim Jong Un non siano “revisionate” dai posteri: poiché questo significherebbe che tutta la storia è una semplice finzione o magari una doppia verità, svelata a secondo di chi la legge.
Rey Brembilla
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