Owen Campbell Moore , studente ventenne di informatica all’Università di Oxford ha creato “Secretbook”, un plug-in per Google Chrome che, una volta scaricato dallo Store a questo link permette di nascondere messaggi dentro le foto di facebook utilizzando un particolare algoritmo. Come si legge dal Chrome Web Store: “A steganography tool for hiding secret messages within photos on Facebook”. Il messaggio, una volta caricato sul social network, resta inalterato proprio perché Owen ha utilizzato lo stesso algoritmo di facebook per comprimere e formattare le immagini.
L’ estensione del browser Google Chrome permette di nascondere messaggi segreti di 140 caratteri all’interno di immagini che tutti possono vedere, ma solo chi possiede la password può codificare. La tecnica si chiama JPEG Steganography e va a modificare il colore di un pixel. Tale modifica permette lo scambio di messaggi non rintracciabili.
“La tecnica Jpeg Steganography è stata utilizzata più volte in passato, ma questo è il primo software disponibile pubblicamente che permette la compressione dei file (come quando vengono caricati su Facebook) senza danneggiare il contenuto” ha spiegato Campbell-Moore. Il plug in è stato creato dallo studente in 2 mesi nell’ambito di un progetto universitario. Una volta scaricata l’applicazione ecco i passaggi da fare:
– ricaricare la pagina di Facebook e digitare contemporaneamente ctrl+alt+A
-caricare l’immagine, e riempire il box con messaggio segreto e password che servirà per il destinatario
“Un ricercatore potrebbe di certo creare un sistema semplice per individuare quali immagini nascondono in sé messaggi segreti, ma prima dovrebbe accedere agli oltre 300 milioni di immagini che vengono caricati su Facebook ogni giorno» spiega Campbell-Moore, e aggiunge: “ed è un sistema che la NSA (National Security Agency) attualmente non possiede”
Molti, infatti, hanno fatto notare che i messaggi non rintracciabili potrebbero essere adoperati da terroristi e cyber criminali. Lo studente tuttavia è cosciente delle obiezioni, ma sottolinea che il sistema è nato come progetto universitario e non come applicazione intesa per un uso generalizzato. Per il fatto che non è sicuro al 100%, chi tiene alla sicurezza dei messaggi non lo adopererà.
Ricordiamo inoltre che ognuno è responsabile di ciò che pubblica su facebook e le foto una volta postate, non sono più personali, ma diventano “proprietà” dei social network. Io mi preoccuperei di più delle foto di minori che vengono postate su facebook in modalità “pubblica” e quindi alla portata di tutti. Il 92% dei bambini sotto i due anni è presente su internet già dai primi mesi di vita. Facebook serve anche a condividere le gioie della vita ma credo che le foto di bambini non dovrebbero essere rese “pubbliche” al massimo è meglio restringere le condizioni di privacy solo alla cercia di “Amici”.
Giuseppina De Angelis
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