Classe 1969. Sheryl Kara Sandberg è la nuova icona dell’imprenditoria americana. Soprannominata Lady Facebook, è entrata a far parte del progetto nel 2008. Un progetto che all’epoca non era ben definito e non aveva una precisa prospettiva per il futuro. Quel futuro che oggi lo vede quotato in borsa e valutato per decine di miliardi di dollari. Tutto questo grazie al suo intuito e al suo lavoro.
Sheryl Kara Sendberg ha mostrato da subito le sue potenzialità. Con un bachelor in economia nel 1991, ha seguito il professor Lawrence Summers alla Banca Mondiale e poi alla Casa Bianca durante la presidenza Clinton. Dopo un MBA dalla Harvard Business School, divenne consulente per McKinsey&Company. La sua entrata in Google ha apportato numerose migliorie quali, ad esempio, la creazione del sistema AdSense e lo trasformò nel motore di ricerca per il provider America Online. Posizionatasi al 66° posto tra le 100 donne più potenti al mondo, può basare la sua potenza non solo in quanto COO di Facebook, ma anche perché membro del CDA di gruppi quali Starbucks e Walt Disney Company.
Oggi è Chief Operating Officer di Facebook. E se – come si dice – dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, è Sheryl la forza femminile nell’impero di Mark Zuckerberg. Strappata da Google, dove ricopriva il ruolo di Vice President of Global Online Sales and Operations, ha fatto subito scuola nella nuova azienda tanto da posizionare Facebook come leader mondiale tra i social network. Le sono bastati poco meno di quattro anni per un miracolo economico del genere.
Sì, perché all’inizio il social network incuriosiva, ma non piaceva. Le pubblicità venivano percepite dagli utenti come pagine private e fastidiose per l’interazione con gli altri utenti. Non si riusciva a trovare la via per il business e per un momento si è pensato anche a metterlo a pagamento. Il risultato è evidente sotto gli occhi di tutti: Facebook è diventata una grande vetrina e, sulla home, compare la scritta “E’ gratis e lo sarà sempre”.
Si narra la storia degli incontri tra Sheryl Kara Sandberg e Mark Zuckerberg. Non è gossip, bensì la nascita di un business. La donna era stanca di stare in un’azienda in cui i rapporti tra le persone erano distaccati e dove non c’era prospettiva di crescita professionale, anche se quest’azienda portava come il nome di Google. Chiese più volte un ruolo di maggiore responsabilità e poteri, ma niente. Da lì gli incontri a pranzo con Zuckerberg e le idee per far decollare un impero. Dave Goldberg, marito di Sheryl, disse “Era come se avessero un appuntamento romantico”. Una sinergia di mission e di intenzioni che hanno preso vita e corpo nel social network più utilizzato al mondo.
Il dato più interessante da evidenziare è che mancano donne nelle posizioni di comando. Tra le nuove società nessuna ha un direttore femminile. Come riportato da Kara Swisher su All things digital “Paypal non ha donne nel suo board di cinque persone. Apple ne ha una su sette mebri. Amazon una su otto. Google due su nove”. Sheryl ha iniziato un processo evolutivo generazionale perché in Facebook erano presenti solo uomini.
Roberta Santoro
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