Dici “Italia” e uno pensa subito alla cucina, all’arte e…. a Sophia Loren, al secolo Sofia Villani Scicolone, l’attrice simbolo dell’ italianità nel mondo e nel grande cinema. Da Pozzuoli all’Oscar, la storia di Sofia ha il sapore di una favola. Un’infanzia difficile senza un padre, la guerra, la fame e le difficoltà economiche, poi l’arrivo a Cinecittà e il difficile inizio di carriera tra fotoromanzi e piccole comparsate fino all’incontro con Carlo Ponti che le aprirà le tanto sospirate porte del successo, rendendola un mito del cinema mondiale. “The Italian Cinderella”. Così gli americani ribattezzarono quell’esplosiva e sensuale ragazza di Pozzuoli che a soli 25 anni riuscì a vincere un Oscar, prima attrice in assoluto nella storia di questo premio a imporsi con un ruolo non recitato in inglese.
Quintessenza della donna del sud, caparbia, sfrontata e indomabile, Sophia Loren – romana di nascita ma napoletana per origini e nel cuore – è stata per anni un’icona sensuale della bellezza e dell’eleganza italiana nel mondo. Ma il suo fascino prorompente non ha mai rischiato di offuscarne l’indiscutibile talento. Un talento che l’America continua ad invidiarci tanto da volergli rendere il giusto tributo in quello che è già stato definito come il “Sophia Day”. L’omaggio dell’ Academy of Motion Pictures and Arts (l’organizzazione che ogni hanno decide l’assegnazione dei premi Oscar) a nostra signora del cinema italiano, andrà in scena il 4 maggio presso il Samuel Goldwyn Theater di Beverly Hills, in una serata evento intitolata “An Academy Tribute to Sophia Loren”. Amici e colleghi di lavoro – come John Travolta, Jo Champa, Meg Ryan, Christian De Sica, Roberto Benigni e Rob Marshall – parteciperanno, di persona o attraverso video-messaggi, a questa grande celebrazione popolare della vita e della carriera dell’attrice italiana che più di ogni altra ha conquistato Hollywood. Verranno riproposti i film che ne hanno decretato il successo a partire da La Ciociara di Vittorio De Sica che nel 1962 fruttò ad una giovanissima Sophia il suo primo Oscar per la vibrante e passionale interpretazione di Cesira. La star non andò a ritirare quel premio, restò a Roma perché “certa che avrei perso e non sapevo come avrei reagito alla delusione”. Era invece a Los Angeles trent’anni dopo per la sua seconda statuetta, un Oscar per onorare la carriera di “uno dei tesori più genuini del cinema che, con memorabili rappresentazioni ha portato grande lustro a questa forma d’arte”.
Nei suoi 80 e passa film, la Loren ha recitato accanto ad alcuni tra i più famosi divi del cinema americano da Cary Grant a Clark Gable, da Gregory Peck a Marlon Brando, sotto lo sguardo attento di registi come Lumet, Cukor, Altman, Chaplin. Ma il meglio di sé Sophia lo dà in patria, dove ha scritto alcuni tra i capitoli più importanti della storia del cinema italiano con film capolavoro come Ieri, oggi e domani (1963) o Matrimonio all’italiana (1964) diretta dal maestro De Sica, e il film della maturità che forse costituisce la sua performance migliore, Una giornata particolare (1977) di Ettore Scola, sempre al fianco di Marcello Mastroianni, suo partner storico in uno tra i sodalizi artistici più riusciti. Oggi Sophia non sembra trovare più ruoli adatti al suo talento ma nonostante l’età, è ancora talmente diva da posare, settantenne, per il calendario Pirelli. Il suo mito dura solidamente da oltre cinquant’anni. La sua veracità tutta napoletana ha lasciato un’impronta indelebile e il suo nome continua a renderci fieri di essere italiani.
Enrica Raia
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