Sorriso bianco? Mangiando sano si può

Mele, sedano e latticini per difendere lo smalto. Alla larga da caffè, tè, bevande zuccherine e mirtilli

Un recentissimo studio americano eseguito dal centro ricerche Wake Forest Baptist Medical informa che per non intaccare il candore dei denti bisogna fare molta attenzione a quello che si mangia e a quello che si beve. Se è vero, infatti, che spesso è ciò che si mangia e si beve a ingiallire o ad annerire il sorriso, è altrettanto vero che alcuni alimenti possono aiutare a mantenere una dentatura bianca e in salute. Frutta e verdura croccanti ad esempio, come mele, cavolfiori, sedano, grazie alla loro azione meccanica contribuiscono alla pulizia dei denti durante la masticazione. Non solo, promuovendo la salivazione, questi alimenti proteggono dagli acidi che danneggiano lo smalto dei denti. Altro toccasana per il sorriso sono i latticini, preziosa fonte di calcio che irrobustisce e di acido lattico che difende dalla carie. Un boccone di parmigiano poi, formaggio a pasta dura, aiuta anche a rimuovere particelle di cibo rimaste in bocca.

Chi tiene ad una dentatura immacolata, invece, dovrebbe stare alla larga da caffè, tè, bevande zuccherate, salsa di soia, vino e perfino dai mirtilli con il loro “minaccioso” colorito violaceo. Senza dimenticare inoltre uno dei principali responsabili di un giallognolo sorriso: il tabacco. «I piccoli accorgimenti a tavola, se adottati con regolarità, — sottolinea Raymond Garrison, odontoiatra dell’istituto statunitense — eviterebbero di ricorrere con troppa frequenza a procedure di sbiancamento che potrebbero rendere i denti eccessivamente sensibili e danneggiarne lo smalto». Inconvenienti che possono però essere minimizzati se per ridare candore al sorriso ci si rivolge a dentisti esperti anche perché, prima di procedere a qualsiasi trattamento, occorre verificare che denti e gengive siano a posto. Lo sbiancamento può infatti essere fatto solo su una bocca sana.

A proposito di sbiancamento va poi precisato che da fine ottobre una direttiva del Consiglio Europeo rende più stringenti le regole per la vendita di sbiancanti per denti. Gli Stati membri hanno tempo fino al 30 ottobre 2012 per recepire la norma, oltre tale data i prodotti per ridare splendore al sorriso che contengono dallo 0,1 al 6 per cento di perossido di idrogeno (l’acqua ossigenata, principale componente dei gel usati nei trattamenti sbiancanti) potranno essere venduti solo da dentisti. In farmacia resteranno disponibili solo quelli con concentrazioni inferiori. Comunque, anche se per lo sbiancamento si usano prodotti ad alta concentrazione, gli esperti invitano a non farsi troppe illusioni: il risultato finale dei trattamenti non è uguale per tutti e non sempre si arriva al bianco ideale. Dipende molto dal colore di partenza dei denti e da ciò che ha causato la perdita di brillantezza del sorriso. Macchie provocate dall’invecchiamento naturale dei denti, da caffè, tè e tabacco sono più facili da eliminare. Al contrario, quelle sopraggiunte per un prolungato uso di farmaci, come ad esempio l’antibiotico tetraciclina, o per un’eccessiva assunzione di fluoro, sono una sfida più impegnativa per il dentista. È sempre meglio, quindi, chiedere il parere di un esperto che saprà scegliere e consigliare il tipo e la durata del trattamento più adatto per ogni sorriso. Lo sbiancamento dei denti poi non è per sempre: perché dia buoni risultati va ripetuto, secondo l’Associazione Nazionale Dentisti Italiani, ogni due anni. Tra una seduta e l’altra gli esperti caldamente raccomandano: seguire una corretta igiene orale. E mangiare i cibi «giusti».

Federica Formisano

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