In questi giorni è stato approvato il testo del decreto legge recante: “Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica” la cosidetta spending review, che ha previsto tagli al fine di evitare inefficienze, eliminare sprechi e ottenere risorse da destinare allo sviluppo e alla crescita.
Il decreto andrà a toccare vari enti e tipologia di servizi come ad esempio la cancellazione di ben 42 enti provinciali, distaccamenti dei tribunali e tanto altro ancora. Meno posti di lavoro per i dipendenti e gli amministratori pubblici (riduzione del 10% per gli impiegati, del 20% per i dirigenti). Secondi i primi calcoli saranno 24 mila i tagli di personale complessivi che riguarderanno vari enti, di cui 11 mila risultano prestare i propri servizi ai vari Ministeri e in altri enti pubblici definiti non economici. Di questi 6 mila al 31 dicembre 2011 avevano raggiunto lo stato utile affinché potessero andare in pensione. Per i restanti 13 mila che lavorano in altri enti sono invece soltanto 2 mila coloro i quali godevano della possibilità di poter accedere al sistema pensionistico già il 31 dicembre 2011.
Saranno chiusi ben 674 uffici dei giudici di pace e ancora tagli sulla sanità. Numerose le critiche per la riduzione del 50% dei fondi riservati alle auto grigie. Le farmacie sono in protesta e prevedono uno sciopero per il 26 Luglio. Il presidente di Federfarma Annarosa Racca, ha definito questi i tagli non sopportabili: “le farmacie che vivono di servizio sanitario nazionale non potranno reggere”. La spending review colpisce anche università e ricerca poichè ha cancellato il tetto alle tasse universitarie. Oggi il 59% degli atenei sfora il tetto massimo di tassazione per gli studenti, ma dall’anno prossimo cambierà il modo di valutare questo tetto, escludendo dal computo le tasse pagate dagli studenti fuori corso.
D’altra parte l’Europa approva le misure varate dal Governo per il taglio della spesa pubblica. Simon O’Connor, portavoce del commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn ha detto che il provvedimento è stato “molto apprezzato poiché è in linea con le raccomandazioni dell’Ecofin”.
Un giudizio positivo sul decreto legge arriva anche da parte della Corte dei Conti, infatti il presidente della magistratura contabile Luigi Giampaolino ha detto che con la spending review “ha inizio un procedimento virtuoso che la Corte dei Conti aveva sempre auspicato, infatti, si tratta di uno dei primi provvedimenti in cui si va verso la revisione qualitativa della spesa”.
Il capo economista e vicesegretario generale dell’Ocse, Piercarlo Padoan ha affermato che con il decreto sulla spending review l’Italia sta andando nella direzione giusta: “Stiamo ancora esaminando nel dettaglio i provvedimenti presi, ma posso anticipare che l’Italia sta andando nella direzione giusta perche’ si sta facendo una valutazione qualitativa di dove si puo’ tagliare; ci sono molti luoghi dove questo e’ possibile. Nel funzionamento della pubblica amministrazione si possono fare tagli che permettano di aumentare la qualità dei servizi, premiare l’efficienza dei molti bravissimi impiegati pubblici ma anche ridurre la spesa dello stato”.
Sulle polemiche sollevate per il rischio “macelleria sociale”, evocato non solo dai sindacati ma anche dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, il capo economista dell’organizzazione di Parigi ha dichiarato che “l’obiettivo deve essere accompagnare queste misure di tagli alla spesa a una riduzione dell’imposizione fiscale sul lavoro per far crescere l’occupazione, è il modo migliore per salvaguardare il tenore di vita dei lavoratori, ovvero creare occupazione. Sia pure con tempi non brevissimi questo è quello che si deve avere in mente”. Padoan raccoglie quindi l’invito del presidente della Bce Mario Draghi perche’ l’Italia “proceda in fretta al taglio delle tasse: “Bisognerebbe abbassare di molto in particolare la tassazione sul lavoro, per farlo ovviamente la via maestra e’ quella di tagliare le spese perche’ bisogna proseguire allo stesso tempo verso la stabilizzazione del debito: taglio delle spese e crescita devono andare assieme”.
Giusy De Angelis
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