E’ una sentenza “storica” quella emessa oggi dalla Corte di Cassazione sulla strage di Ustica perché sgombra il campo da depistaggi e false teorie accumulatesi negli anni, stabilendo finalmente una verità, la prima dopo il nulla di fatto dei processi penali. A causare l’abbattimento del Dc9 Itavia non fu un’esplosione interna ma un missile o cadde in seguito ad una “quasi collisione” con un jet militare. Confermando la sentenza civile emessa dal Tribunale di Palermo nel settembre 2011, i giudizi della Cassazione civile hanno ritenuto la tesi del missile “abbondantemente e congruamente motivata”. Il 27 giugno 1980, l’aereo di linea della compagnia Itavia decollato dall’Aeroporto di Bologna e diretto a Palermo, attraversò dunque una sorta di corridoio di guerra e per questa ragione esplose in volo a largo di Ustica provocando la morte di tutte le 81 persone a bordo. La responsabilità di tutto ciò secondola Corte Suprema in sede civile è da imputare allo Stato Italiano, condannato altresì a risarcire ai familiari delle vittime per non aver garantito, con sufficienti controlli dei radar civili e militari, la sicurezza dei cieli. La sentenza 1871, depositata oggi dalla Terza sezione civile della Suprema Corte, respinge così di fatto i ricorsi presentati dal Ministero della Difesa e dei Trasporti in merito al diritto di risarcimento richiesto dai familiari di tre vittime della strage, e rinvia alla Corte di Appello di Palermo la valutazione di un eventuale risarcimento più elevato rispetto al milione e 240mila euro complessivamente liquidato ai familiare.
“Non si può che essere soddisfatti per la decisione della Cassazione di confermare l’obbligo dello Stato a risarcire i parenti delle vittime di Ustica, ma adesso lo Stato deve trovare un po’ di dignità e avere il coraggio di trarre le conseguenze da tutto questo: chiedere anche ad altri paesi, coinvolti nella strage [Francia, Stati Uniti, Inghilterra n.d.r.], di dire la verità. È qualcosa che ci è dovuto, molto prima dei risarcimenti”. Così Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime strage di Ustica. “Si può tirare un sospiro di sollievo su questa sentenza, che finalmente mette la parola ‘fine’ alla vicenda”: così il giudice Rosario Priore, protagonista dell’inchiesta sulla strage e che da sempre ha sostenuto la tesi del missile. “Ora – avverte Priore – si porrà un problema, visto che c’è una sentenza di una sezione civile in contrasto con una sentenza della sezione penale, sempre della Cassazione, che accolse invece la tesi dell’ordigno interno all’aeromobile. Forse, si dovrà provvedere”.
Enrica Raia
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