Chissà se la notizia è che ad Edison Cavani hanno svaligiato la casa o che i tifosi del Napoli ancora si meraviglino di episodi del genere. Il giorno dopo la notizia del furto a casa del Matador, perpetrato mentre l’attaccante del Napoli era in Uruguay per rispondere alla convocazione della sua nazionale, i tifosi del Napoli hanno fatto sentire la propria voce.
I social network, come al solito, sono stati uno dei canali in cui i tifosi hanno manifestato indignazione per tale episodio e non solo. A poche ore dalla notizia del furto, bastava leggere alcuni “stati” su facebook per rendersi contro del sentimento dei supporter partenopei: messaggi di solidarietà a Cavani, o del tipo “Napoli non ti merita”, fino a invettive contro i malviventi, passando ovviamente dalla preoccupazione che un episodio del genere possa rovinare gli equilibri della squadra e anche mettere a repentaglio la permanenza di Cavani in azzurro.
Le preoccupazioni di quest’ultimo tipo sono più che comprensibili. Anche la società si è giustamente preoccupata, visto che il contraccolpo potrebbe essere pesante. E non aiutano certo le parole di Zamparini, presidente del Palermo, che ha ricordato come un episodio del genere accelerò la cessione del centravanti. Zamparini però ha anche detto che Cavani voleva già andare via dal Palermo, prima che subisse il furto. Altra storia, quindi, ma la preoccupazione è legittima.
Per il momento il matador dovrebbe limitarsi a cambiare casa. Toccherà ora a Mazzarri e il suo staff fare in modo che un avvenimento del genere non turbi la serenità del gruppo e l’alchimia che si era venuta a creare.
Ma, tornando ai tifosi, la cosa forse più grottesca di tutta questa storia è che ancora un episodio del genere crei stupore: come se fosse la prima volta, verrebbe da dire. La storia del Napoli è piena di avvenimenti del genere, anche nel recente passato. Il 18 dicembre 2008 Marek Hamsik fu addirittura minacciato con le pistole, il tutto per portargli via un rolex, poi ritrovato dalle forze dell’ ordine. D’altronde i calciatori sono ricchi e perciò “prede” allentanti per ladri e malviventi.
Se poi quello che stupisce è la mancanza di riconoscenza da parte dei napoletani verso un calciatore che davvero sta dando tanto alla squadra, allora basta ricordare che anche Diego Armando Maradona fu vittima di un furto. Al campionissimo vennero rubati in casa 20 orologi d’ oro e il Pallone d’ oro speciale consegnatogli nell’ 86 dopo la vittoria al Mondiale.
Di riconoscenza dunque nemmeno a parlarne. Se non si è trattato con un occhio di riguardo Diego Armando Maradona, non si capisce perché si dovrebbe trattare diversamente un Cavani qualsiasi (non ce ne voglia il matador ma Maradona per il Napoli ha rappresentato, tra le altre cose, due scudetti e una coppa Uefa).
Ma forse il problema è ancora un altro. I criminali, malviventi o comunque si voglia chiamarli, non hanno una coscienza con cui confrontarsi e quasi sempre non pensano alle conseguenze delle loro azioni. Non lo fanno quando svaligiano la casa a Cavani, rischiando di rovinare l’umore e la tranquillità di un calciatore che milita nella squadra per cui magari tifano, e non lo fanno, cosa ancora più grave, neanche quando devono seppellire cumuli di rifiuti tossici in un terreno a pochi chilometri da dove vivono, inquinando i frutti che mangeranno e l’acqua che berranno.
Crimini diversi, certo, ma il problema di fondo è sempre quello. Niente coscienza e davvero poca poca intelligenza. D’altronde con un poco di lume in più si chiederebbero se davvero vale la pena rischiare un tumore, o uno scudetto fate voi, per arricchirsi, poco o molto che importa. Se i criminali fossero intelligenti penserebbero a queste ed altre conseguenze e forse non sarebbero nemmeno dei criminali.
Umberto Rennella
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