La chiamano Terra dei Fuochi, ma anche Terra dei Veleni e Triangolo della Morte. E’ quella porzione di Campania, non più felix, tra Napoli e Caserta soggetta, nell’ultimo trentennio, allo sversamento illecito di rifiuti tossici sia per mano della camorra locale sia per mano di quanti, incapaci di comprendere il danno perpetrato al proprio stesso territorio, hanno inquinato la provincia campana con i rifiuti speciali aziendali al fine di abbatterne i gravosi costi di smaltimento.
Finora, però, ad essere stata abbattuta è soprattutto la regione Campania: dopo le emergenze rifiuti urbani vissute in tempi non proprio lontani, oggi l’opinione pubblica apre gli occhi su una nuova emergenza che non riguarda solo la munnezza, ma l’ambiente, la salute dei cittadini, la giustizia negata a quanti sono stati strappati ai propri cari a causa delle patologie oncologiche tanto sviluppate nel territorio campano.
Nonostante, infatti, qualcuno ancora si stia crogiolando nell’idea che ad ammalare i cittadini della Campania siano soprattutto gli stili di vita sregolati (vedi le ultime dichiarazioni della moglie del Governatore Caldoro, la nota endocrinologa Annamaria Colao) inizia a sembrare evidente il biocidio perpetrato ai danni della popolazione campana a causa della contaminazione dei terreni agricoli – in cui sono stati recentemente rinvenuti fusti contenenti ogni genere di sostanza tossica – delle falde acquifere, degli alimenti, dell’aria infestata dai roghi tossici appiccati per nascondere i rifiuti illegalmente abbandonati sul ciglio delle strade.
Le istituzioni troppo a lungo silenti sono state, di recente, diffidate dal Coordinamento Comitati Fuochi per omessa attuazione della norma nazionale in materia di intossicazione per fattori ambientali: Regione Campania, A.O.R.N. A. Cardarelli di Napoli, Istituto Nazionale Tumori “Fondazione G.Pascale” di Napoli, Policlinico Federico II di Napoli, Università di Napoli Federico II sono stati accusati di essere in parte responsabili dell’avvelenamento dei cittadini della Campania, insieme a camorristi e politici collusi.
Dopo anni di lotte e denunce, dopo aver assistito impotenti alla morte dei propri cari e del proprio territorio, finalmente i cittadini della Campania hanno ottenuto l’attenzione della nazione: oggi, non passa giorno, senza che i media si occupino dello scempio della Terra dei Fuochi, delle bonifiche che i terreni attendono, dei ritrovamenti di fusti nocivi interrati dalla camorra in campi coltivati a finocchi, broccoli e patate che finiscono sulle tavole di tutta l’Italia.
Telegiornali, sportivi, vip si sono fatti carico di denunciare una situazione che i cittadini, in fondo, denunciavano da tempo, ottenendo però in cambio il silenzio delle latenti istituzioni. “Le Iene”, programma televisivo di denuncia, si è già recato due volte in Terra dei Fuochi nelle ultime settimane: nella puntata andata in onda ieri sera, la Iena Nadia Toffa ha mostrato le analisi effettuate su una pianta di pomodori coltivata in loco. I metalli pesanti contenuti nell’ortaggio hanno sconcertato ancor di più l’opinione pubblica finalmente indignata dalla situazione campana.
Intanto, l’amministrazione comunale napoletana ha approvato ieri una delibera ad hoc per la Terra dei Fuochi, che permetterà l’istituzione di un Osservatorio Comunale sui Rifiuti Speciali che avrà compiti di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema dello sversamento illecito di rifiuti tossici, di monitoraggio della situazione rifiuti in Campania – anche attraverso le segnalazioni dei cittadini e realtà associative, di contrasto allo sversamento illecito e alla combustione di rifiuti speciali.
Sara Di Somma
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