Prima di The impossible, l’unico ad avvicinarsi ad un tema così delicato e pericoloso era stato Clint Eastwood con “Hereafter”, un flop più unico che raro. Dopo due anni arriva The impossible, un film di Juan Antonio Bayona, produzione spagnola e cast Americano. Un cast di tutto rispetto, Ewan Mc Gregor e Naomi Watts porta sul grande schermo la vicenda, realmente accaduta di una famiglia coinvolta nella catastrofe del Dicembre 2004.
La storia racconta di una famiglia spagnola, residente in giappone per lavoro che si reca per le vacanze Natalizie in Thailandia. Henry e Maria con i loro tre figli, durante la loro permanenza al resort vengono colti dallo Tsunami e separati dalle onde.
Il film è incentrato sulla figura di Maria e il suo primogenito Lucas. Dopo le prime ondate violente si trovano insieme in uno scenario del tutto devastato che non gli permette di avere de punti di riferimento. La madre riporta ferite gravissime, ciònonostante sul loro cammino si prende cura di suo figlio e di un bambino molto piccolo rimasto solo. Poco dopo vengono soccorsi da un gruppo di Thailandesi che li porta al centro di raccolta più vicino e poi in ospedale. All’ospedale la scena è da brividi e rende l’idea di come sia potuto realmente essere quella tragedia. Scene davvero forti, sconsigliate ai troppo sensibili o ai deboli di stomaco. Nello sconforto totale, Lucas dovrà badare alla madre, rassicurandola e vegliando su di lei in un ambiente tutt’altro che sterile e sicuro. Miglialia di persone disperse, genitori in cerca di figli e figli in cerca di genitori, tutti provenienti da ogni parte del mondo e i loro dialoghi giustamente lasciati tutti in lingua originale, così da rendere con maggior precisione il caos che deve aver aleggiato in quei momenti. Ewan McGregor e gli altri due figli hanno scene di minor durata e per tutto il film ci si domanda se, quando e come la famiglia si riunirà. Non credo sia possibile paragonare un film ad una tragedia del genere ma sicuramente questo film riesce a far compenetrare chiunque lo guardi nei personaggi, nella loro paura e sconforto. Si piange molto facilmente soprattutto quando, vedendo una famiglia dispersa, separata e allo scuro delle sorti degli altri componenti, si riflette che è la storia vera di una famiglia sopravvissuta a tutto questo.
Naomi Watts ha meritato, con questa interpretazone, un nomination agli Oscar e ai Golden Globe come migliore attrice protagonista.
Un tema difficile gestito molto bene, senza americanate, pochi effetti speciali, pochi dialoghi, ma tante scene che ammutoliscono lo spettatore quasi come se stesse rivivendo una vera catastrofe senza poter intervenire o aiutare nessuno.
Romina Masecchia
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