In questi giorni è stata condotta “una campagna di insinuazione e sospetto sul Presidente della Repubblica e i suoi collaboratori costruita sul nulla”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lasciando la caserma della Guardia di Finanza di Coppito, in provincia dell’Aquila, dove ha presieduto alla cerimonia per il 238esimo Anniversario della fondazione del Corpo.
Il Capo dello Stato è stato interpellato dai giornalisti dopo la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche delle conversazioni tra Nicola Mancino ed il consigliere del Quirinale Loris D’ambrosio, a valle delle inchieste sulla presunta trattativa tra lo Stato e la mafia.
Secondo Napolitano in queste settimane sono comparse sui giornali anche “interpretazioni arbitrarie e tendenziose, talvolta persino versioni manipolate» che riferivano di atti di indagini giudiziarie sulle «più sanguinose stragi di mafia degli anni Novanta”. Il Presidente della Repubblica ribadisce comunque, in riferimento alle polemiche che in questi giorni coinvolgono il Quirinale, “l’assoluta correttezza della presidenza della Repubblica, ispirata soltanto a favorire la causa dell’accertamento della verità”.
Più in generale, quella della riforma delle norme sulle intercettazioni è “una scelta che spetta al Parlamento», ma è una questione che già da tempo andava “affrontata e risolta sulla base di un’intesa la più larga possibile”.
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