Steven Spielberg con i suoi tanti film ci ha abituato a sognare, insegnandoci a farlo in grande. Ma è alla mia generazione, quella degli anni ’80, che ha regalato il sogno più bello di tutti: E.T. Era l’11 giugno 1982 quando per la prima volta apparve sullo schermo quel piccolo buffo alieno dagli occhi grandi e malinconici, capace di conquistare il mondo intero all’ istante con quella sua irresistibile dolcezza che poco aveva a che fare con i malvagi extraterrestri invasori di film come “L’invasione degli ultracorpi” e “La Cosa”. Già col suo “Incontri ravvicinati del terzo tipo” Spielberg sovverte il clichè del genere, presentandoci gli alieni come esseri pacifici. Ma poi arrivò il piccolo E.T. con la sua morale buonista e la sua storia intrisa di sentimenti puri. E.T. l’extraterrestre non è infatti semplicemente un film di fantascienza. Non è nemmeno solo una favola per bambini o per adulti che vogliono riscoprirsi bambini. E’ un film sul rispetto, sull’ amicizia, sulla tolleranza e sull’ innocenza dei bambini in contrasto col cinismo degli adulti. «E.T. è il mio film più personale, quello che più mi ricorda di me e del mio rapporto con mio padre», ha dichiarato Spielberg pochi mesi fa in un’intervista a La Repubblica. E forse proprio in questa vocazione intimista c’è il segreto del successo di questo capolavoro, che si aggiudicò due Golden Globes e quattro Premi Oscar, lanciando il suo – allora 36enne – creatore nel ghota di Hollywood. Fare un film “personale” per Spielberg significò liberare la fantasia, le emozioni, i ricordi, dando corpo a una figura a lungo pensata, sin dall’ infanzia, quell’ amico immaginario “nato” per consolarsi dopo il divorzio dei genitori e destinato tempo dopo a sbancare i botteghini di mezzo mondo. Tre decenni non sono bastati a scalfire la forza straordinaria di questa pellicola. L’amicizia speciale tra il piccolo alieno dimenticato per sbaglio sulla Terra e Elliot è allegoria di un’apertura all’ altro, dell’accettazione del diverso da noi, che continua a toccarci l’anima per la delicatezza con cui è narrata.
E.T. è il figlio di un cinema incredibile, capace di incantare davanti ad una bicicletta che vola verso la luna piena o di commuovere dinnanzi a una struggente richiesta d’aiuto: “E.T. telefono casa”. Un cinema che è poesia, dove la tecnica è solo uno strumento al servizio dello stupore e della meraviglia che solo poche storie sanno regalare. Perché sotto gli effetti speciali, nell’ 82, c’era ancora un cuore umano che pulsava, lo stesso che batte sotto le spoglie artefatte della creatura scesa dalle stelle, un cuore che è anche un po’ italiano. E’ stato il maestro degli effetti speciali Carlo Rambaldi infatti a creare E.T. «Fu difficile trovare la giusta rappresentazione di E.T., perché volevo qualcosa di speciale. – dice Spielberg – Non volevo che sembrasse un alieno qualsiasi. Doveva essere qualcosa di anatomicamente diverso, in modo che il pubblico non pensasse che quello fosse un nano in una tuta». E il “burattinaio” del cinema, che al mouse di un computer preferì sempre matita e foglio bianco, lo accontentò creando un mostriciattolo non proprio bellissimo, basso, tozzo, con i piedi grassocci, ma con quegli occhi teneri presi in prestito da un gatto dell’Himalaya. Occhi grandi e pieni di speranza in cui perdersi, occhi che commuovono quando E.T. si congeda dalla terra con una promessa: “Io sarò sempre qui”.
Dopo trent’anni E.T. è ancora qui, nei nostri cuori. Ed è per rivivere la magia di questa favola moderna che la Universal ha pensato di distribuire (in Italia dal 24 ottobre) una inedita versione Blu-ray completamente rimasterizzata in digitale con una risoluzione video sei volte superiore rispetto a quella del DVD. A differenza della versione dvd prodotta per il ventennale del film, con effetti speciali migliorati, scene aggiunte, rimosse da quello originale che uscì nelle sale, e con qualche ritocchino digitale, l’edizione Blu-ray Combo di E.T. L’Extraterrestre Anniversary Edition conterrà la versione cinematografica del 1982 in alta definizione. Tra gli extra – oltre a trailer, scene eliminate, le immagini dal 20° anniversario, la reunion del cast, un’intervista al compositore John Williams, un documento sulla creazione del film e del personaggio principale – ci saranno due contributi assolutamente inediti: una lunga intervista a Steven Spielberg e The E.T. Journals, giornaliero della creazione del film, con filmati dal backstage girati dal direttore della fotografia John Toll.
Enrica Raia
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