Amore a pagamento. Ne abbiamo sentito parlare per anni, è stato condannato dalle potenze mondiali che hanno previsto sanzioni legali per questo tipo di comportamento, ma il fenomeno continua a dilagare.
Il turismo sessuale viene definito come una relazione, di tipo erotico-sessuale, che si instaura tra due persone dietro un compenso economico. Il tutto si svolge in luoghi “paradisiaci” dove la prostituzione non ha una vera e propria “regolamentazione”. Chi “subisce” la potenza del denaro è una persona (molte volte sono ragazzini/e) che, per necessità di un pasto decente o di un paio di scarpe, vendono il proprio corpo. Questo tipo di vacanza si distingue in legalizzata – dove la prostituzione è legalmente riconosciuta, ad esempio: Olanda, Svizzera, Belgio ed altre – e in tollerata in quei Paesi, spesso in via di sviluppo, che non hanno previsto una regolamentazione per lo sfruttamento e che, di conseguenza, diviene paralegale.
A tutti sarà capitato di ascoltare racconti di viaggi in cui le “conquiste estive” avevano un sapore squallido. Cuba, Senegal, Giamaica, Kenia, Santo Domingo, Capo Verde. Sono queste alcune delle mete preferite dagli adescatori dell’ “amore a prezzo conveniente”. Un fenomeno che comprendeva unicamente uomini, oggi ha assunto anche forme femminili. Non si tratta di donne giovani, bensì di un target che va dai 45 ai 65 anni. È una trasgressione o, semplicemente, una strana forma d’affetto, ma sono convinte che non sia prostituzione. È un scambio equo tra sesso senza complicazioni e necessità esistenziali.
Julia O’Connell Davidson e Jacqueline Sanchez Taylor, sociologhe inglese, hanno condotto uno studio sul fenomeno del turismo sessuale femminile in Giamaica. Intervistando 240 donne hanno potuto evidenziare che un terzo del gruppo ha ammesso di aver avuto relazioni a sfondo sessuale con uomini del luogo, comprensivi di cene e regali, ma non ammettendo di aver pagato per fare sesso. La convinzione (sbagliata) sta nel fatto che gli uomini di colore amino fare sesso con qualunque donna, anche quelle più anziane. Niente di più sbagliato, è business. Un’ora di “amore” va dai 20 ai 30 dollari, con tutti i rischi del caso. Dalla violenza alla malattia sessualmente trasmissibile, alla delusione per la donna di aver trovato il grande amore.
Sì, perché altrimenti tanta incoerenza non si spiega. Dinanzi alle inchieste de Le Iene, tutti a puntare il dito contro gli sfruttatori della prostituzione, di bambini (quasi sempre minorenni), di transessuali, di adolescenti costrette a vendere il proprio corpo per un pasto e che, più volte, sono divenute ragazze madre di turisti in cerca solo di un’avventura. Ed ora sono le donne (le Sugar Mamas, definite così dai ragazzi del luogo) a scegliere queste vacanze per un “amore” che non sono riuscite a trovare nel loro paese, difficile ammettere il desiderio di “dominazione”. Franck Michel, antropologo, ha definito questi paesi come “giganteschi luna park per donne e uomini dei paesi ricchi”. Sono le luci delle sensazioni forti e l’attrazione verso il sesso a buon mercato ad attirare sempre più persone. E le donne “stanno seguendo le orme maschili, ripercorrendo lo stesso schema di potere, dominazione e sopraffazione di stampo coloniale”.
E il mondo organizza una passeggiata cicloturistica internazionale a difesa dei bambini dal turismo sessuale. Trenta le città italiane e brasiliane che oggi inizieranno a pedalare. Evento organizzato da Demetra Onlus, in collaborazione con Ecpat-Italia e Fiab, durerà fino al 2014. Si uniranno anche Germania, Portogallo, Spagna, Francia e Inghilterra. Numerosi gli appunti per sensibilizzare e raccogliere fondi.
Roberta Santoro
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