Dopo i festeggiamenti del recentissimo St.Patrick’s day si torna a parlare di bionda, rossa, chiara e scura. Non parliamo di donne, ma della bevanda più amata dagli italiani: la birra. Tra le bibite alcoliche più antiche, ricavata dai cereali, la birra compare per la prima volta in Mesopotamia nel 4500 a.C. per poi diffondersi tra sumeri, babilonesi, egizi, greci, etruschi e romani. In Italia fu il generale romano Gneo Giulio Agricola che, rientrato a Roma dalla Britannia con dei maestri birrai, avviò un’attività di produzione e vendita al dettaglio presso la sua villa. Ogni popolo ne ha sempre apprezzato la qualità al punto che nel codice di Hammurabi, 1700 a.C., troviamo pene molto severe per quei produttori di birra che la rendevano “annacquata”, mentre nel 1516 l’editto sulla purezza della birra specificava che la bevanda doveva essere prodotta solo con malto d’orzo, luppolo e acqua.
La birra è una bevanda molto apprezzata ancora oggi in tutto il mondo, grazie al suo gusto deciso e alla sua salubrità, ma intorno ad essa ruotano ancora tanti luoghi comuni, alcuni dei quali recentemente sfatati: tra questi, la diffusa credenza che la birra faccia ingrassare. Una recente ricerca americana ha invece dimostrato che i consumatori abituali di birra – in quantità moderate, corrispondenti a un bicchiere e mezzo al giorno – hanno una tendenza a ingrassare minore rispetto alle persone completamente astemie. Il consumo moderato di alcool influisce infatti sulla composizione corporea, riducendo in modo proporzionale la massa grassa: l’alcool, in piccole quantità, avrebbe un effetto di regolazione del metabolismo dei grassi. Risultati confermati parzialmente anche dallo studio di Martin Bobak, scienziato inglese che, in seguito a una ricerca condotta su 250°0 bevitori ha riscontrato che, se per gli uomini non esiste una correlazione tra consumo di birra e massa muscolare, le donne che bevono la “bionda” mostrano invece una perdita di peso.
A riconfermare questi dati anche un recentissimo studio spagnolo che ha valutato gli effetti di un consumo di birra moderato sulla composizione corporea: dopo un periodo di 30 giorni d’astinenza, il campione, composto da 58 bevitori di birra, ha consumato quotidianamente una quantità moderata di birra per altri 30 giorni; sono stati misurati peso, altezza, pliche cutanee e circonferenze sia prima (durante il periodo di astinenza) che dopo, e si è scoperto che un uso moderato di questa bevanda non comporta cambiamenti di peso significativi in adulti sani.
Ma le proprietà benefiche della birra non si fermano alla sua influenza positiva sul metabolismo: la bionda bevanda infatti sembra avere un potere preventivo anche per i disturbi cardiovascolari: consumarla riduce il rischio di diabete e di ipertensione. Secondo uno studio spagnolo queste capacità preventive sono dovute all’acido folico che crea una barriera in grado di proteggere il sistema vascolare rendendolo più forte e dunque immune. Secondo il dottor Henk Hendriks, medico dell’istituto Nutrizione e Ricerca sul Cibo in Olanda, questa capacità preventiva è invece dovuta alla presenza di vitamina B6, in grado di prevenire nel corpo umano l’aumento di un particolare tipo di aminoacidi chiamato “ omocistrina”, che si ritiene possa provocare l’incremento del rischio di attacchi di cuore, ed è ricca anche di folati ed agenti antiossidanti. L’azione antiossidante è data dai polifenoli che sono contenuti perlopiù nel malto, nell’orzo e nel luppolo. Grazie a questa prerogativa, la birra sarebbe così in grado di proteggere le pareti delle nostre arterie dall’insorgere delle lesioni arteriosclerotiche, giovando in ultima analisi a tutto il sistema cardio-circolatorio, cuore compreso. Esistono differenze nel contenuto di antiossidanti a seconda del colore della birra: le birre scure contengono più antiossidanti delle birre chiare, ma queste ultime vengono assimilate meglio delle scure. La birra, grazie alle sue proprietà antiossidanti, previene dunque anche l’invecchiamento della pelle. Ma questa non è una scoperta recente: già nell’antichità la bella Semiramide faceva lunghi bagni nella birra per rendere la pelle splendente, mentre la regina Teodora nuotava prima in una vasca di birra calda per ringiovanire, poi in una di birra fredda per mantenere la gioventù riacquistata.
Bere birra può aiutare a prevenire addirittura lo sviluppo del diabete. Lo afferma uno studio olandese pubblicato sulla rivista specialistica Diabete Care, secondo cui il classico bicchiere al giorno svolgerebbe un effetto protettivo nei confronti del diabete di tipo 2, poiché presenta una scarsa quantità di zuccheri, non influenzando così l’innalzamento critico dei livelli di insulina. Anche contro l’osteoporosi la birra si rivela un ottimo preventivo: il luppolo, infatti, contiene principi attivi che aiutano le ossa a trattenere il calcio. Chi beve birra, inoltre, è più protetto dall’helicobacter pilori, organismo responsabile dell’ulcera gastrica e fattore di rischio per il cancro allo stomaco, in quanto uno degli ingredienti della birra è lo xanthohumol, che ha un potere antiossidante maggiore della vitamina E.
La birra, infine, favorisce la digestione, grazie al luppolo, a sua volta apportatore di una sostanza resinosa chiamata lupolina, che contiene principi amari e un olio essenziale costituito in massima parte da umolene, quindi l’uso moderato di birra riduce l’incidenza di ulcere gastriche. Il professor Marcos Ascension e il Consiglio Superiore per la Ricerca Scientifica (CSIC) sostengono che la presenza di prolattina nella birra ha effetti benefici contro le allergie, la psoriasi e altre malattie infiammatorie. Mentre Manfred Walzl, neurologo, nutrizionista e professore presso l’Università di Graz (Austria), dopo diversi studi in cui ha osservato il comportamento e le attività di alcuni bevitori di birra ha notato che questi presentano una migliore agilità mentale rispetto agli astemi e che sono più felici, si suicidano meno e hanno meno congedi per malattia; M. W. afferma, inoltre, che l’assunzione di birra aumenta la voglia di sesso migliorando così la vita sentimentale.
Questi numerosi studi non fanno altro che sfatare la convinzione erronea che la birra faccia male e soprattutto ingrassare: in realtà la birra è la bevanda alcolica che contiene meno calorie. A parità di quantità, con le sue 35 kcal per 100ml, la birra batte whisky (238 kcal), vino rosso (75 kcal), e grappa (235 kcal), rivelandosi inaspettatamente meno calorica anche dei succhi di frutta zuccherati (57 kcal) e del latte intero o yogurt (64 kcal). Per il suo apporto di vitamine, di sali minerali e basso contenuto calorico, la birra può essere quindi parte integrante di una dieta sana e bilanciata: l’importante è accompagnare la bevuta a della sana attività fisica. La birra è insomma un vero e proprio toccasana per la salute. Due sole le indicazioni da rispettare: non associarla a cibi poco salutari e non esagerare con le pinte.
Simona Esposito
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