Cari lettori, sarete ben contenti di sapere che dopo due settimane, fra queste righe torna a gran richiesta lo “Scienziato di turno”, rientriamo anche a pieno titolo nel nostro settore di riferimento quello dell’ “E’ vero che?”. L’argomento di oggi riguarda l’aggressività soprattutto quella dei giovani animi. Sarah M. Coyne della Brigham Young University di Provo (Usa) pubblica su “Pediatrics” uno studio che attraverso l’analisi su alcuni campioni di riferimento arriva alla conclusione che le parolacce in tv e nei videogames rendono aggressivi i nostri marmocchi. La questione è effettivamente di non poco conto , avendo ben presente che ormai si è così abituati a subire un costante turpiloquio da non rendercene nemmeno più conto, l’effetto di cotanta bassezza non è da considerare esclusivamente su di noi ma anche in maniera responsabile nei confronti di orecchie molto più candide delle nostre. La Coyne ha esaminato un campione di 223 studenti (87 maschi, 135 femmine) di età compresa tra gli 11 e i 15 anni (media: 12,5 anni). Mediante questionari , concludendo l’analisi in tre punti fondamentali, fra loro correlati: “1) Sentire parolacce in tv o nei videogames è significativamente correlato ai giudizi sulla liceità delle parolacce.2) I giudizi sulla liceità delle parolacce sono correlate al loro uso.3) L’uso di parolacce è a sua volta associato all’aggressività sia fisica che relazionale”. Sembrerebbe che ancora una volta l’analisi meramente empirica non basti a valutare le reazioni umane rispetto ad uno stimolo e mi sovviene uno studio approfondito all’università in cui si arrivava ad un’analisi diametralmente opposta.
Ognuno di noi ha insito uno stimolo atavico all’aggressività, se ben canalizzato puo’ addirittura sublimarsi , certo , in situazioni poco precarie c’è il rischio che tali sentimenti portino alla violenza su se’ stessi e su gli altri, si consigliava , quindi di non nascondere la violenza agli occhi dei più piccoli ma di proporgliela con la nostra guida, le nostre spiegazioni. Lasciare, ad esempio, giocare un ragazzino ad un videogame mediamente “forte” nei contenuti (ovviamente per un tempo appropriato) potrebbe aiutarlo in una sorta di catarsi ad annichilire il suo stimolo all’aggressività stessa, è un po’ come sentirsi tristi e decidere di piangere ma guardando un film drammatico, le nostre emozioni subiscono attraverso il mezzo: “film” una purificazione. Preferiamo leggere gli americani, ma dovremmo preferire approfondire i nostri progenitori latini “In medio stat virtus” dicevano, in medio stat virtus, consigliamo.
fiorella quarto
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