Inarrestabile. La violenza sulle donne è inarrestabile. Non bastano le leggi, non basta la mobilitazione della popolazione, non bastano le campagne di sensibilizzazione. Ogni anno ci ritroviamo a fare sempre lo stesso bilancio drammatico. Il 2011 è stato chiuso con 127 vittime, a settembre del 2012 stavamo quasi pareggiando. Più di cento donne uccise e nessuno riesce ad invertire il senso di rotta di questa società che sta affondando. Il 75 percento per mano di un marito, compagno o ex fidanzato.
Ogni anno se ne parla. I giornali e le televisioni vengono invase da immagini imbarazzanti per un Paese che vive nel 2012. I politici si riempiono la bocca di parole di speranza e di “lotta agli assassini” delle donne uccise, e poi? E poi nulla. Anche la legge sullo stalking è stata un flop nei risultati. Molte le donne che, nonostante abbiano trovato il coraggio per denunciare il proprio potenziale aggressore, sono state uccise o sono state costrette ad una prigionia psicofisica asfissiante. La data del 25 novembre è stata imposta nel 1999 per ricordare l’omicidio di tre sorelle rivoluzionarie Mirabal uccise nel 1960. Nel 2012 nulla è poi così diverso da allora.
Sono i dati alla mano ad essere preoccupanti. Una donna ogni 60 ore viene uccisa e, a quanto risulta, la prima causa di morte è la violenza che non si vede, quella che si nasconde tra le mura del nido che dovrebbe proteggere. La fascia d’età si aggira tra i 16 e i 44 anni, con notevoli preoccupazioni per l’impennata che hanno avuto le violenze nei rapporti sentimentali nel corso di quest’anno. Un aumento di tre punti percentuali che portano dritti all’85 percento di violazioni psicofisiche della persona. Stupri, o tentati tali, vengono subiti da una donna su tre in un arco temporale che va dai 16 ai 70 anni. Secondo i dati Istat sono circa settecentomila le vittime di percosse, e nel 60 percento dei casi i figli hanno assistito ad una madre massacrata dalla furia di un padre. Abbiamo citato lo stalking: dopo un anno e mezzo di persecuzioni e molestie (calcolo medio di una fase che va dalle telefonate alle violenze), gli omicidi sono aumentati del dieci percento, nonostante le denunce.
Il motivo di questa esplosione di aggressività e psicosi è da ravvisare nello stile di vita che le nuove generazioni stanno conducendo. Queste situazioni sono storiche come il lavoro più antico del mondo perché da sempre le donne si sono ritrovate con occhi neri e costole rotte in casa, ma si denunciava di meno. Oggi è tutto portato alla luce del sole, o quasi. Sono anche aumentate le fonti di stress. Il lavoro, la crisi, la fobia del potenziale tradimento, la paura dell’abbandono, l’incapacità di accettare una situazione, l’eccessiva possessività, etc. .Potremmo continuare all’infinito per cercare di trovare la causa scatenante, il principio da cui tutto è partito. Ma i casi sono tanti e i problemi della società in cui viviamo si sono acutizzati fino al punto di non ritorno. Ma una soluzione va trovata affinché il fenomeno posso almeno essere arginato, forse attraverso leggi più costruttive, forse attraverso un impegno costante della forza politica che non vada unicamente a salvaguardare il proprio profilo pubblico. Manca concretezza e, automaticamente, manca l’infusione di fiducia su chi ha bisogno di potere contare su un aiuto concreto (e che non sia solo propaganda elettorale).
Roberta Santoro
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