Ogni città al mondo ha un lato oscuro, un lato ignoto e al contempo affascinante popolato da personaggi occulti, luoghi mitici, leggende e misteri. Quello di Napoli si cela in quell’intrico sotterraneo di cunicoli e gallerie scavate nel tufo, custode di riti magici e segreti secolari. Ed è nelle viscere di questa Napoli esoterica che prende avvio Vitriol, un viaggio avvincente alla scoperta dei simboli nascosti di un’antica cultura alchemica. Protagonista di questa ricerca nel mondo dell’occulto è Lola (Roberta Astuti), giovane laureanda in architettura intenta a realizzare per la sua tesi un documentario sul legame tra l’architettura della Napoli borbonica e la simbologia massonica. Ad accompagnarla in questo tour, all’apparenza innocuo, tra palazzi, chiese e cimiteri, è Davide (Yuri Napoli), un amico esperto di massoneria, cabala ed esoterismo. Il ritrovamento nella cantina di villa Lebano, di un medaglione contenente uno strano messaggio cifrato sarà l’inizio di un’indagine che porterà i due giovani ad una concatenazione di scoperte sconcertanti su un antico ordine esoterico, l’Ordine Osirideo Egizio, fondato dal principe alchimista Raimondo de Sangro, e depositario di un segreto celato nel sottosuolo da tempo immemore.
Nella letteratura alchemica V.I.T.R.I.O.L. è l’acronimo di “Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem”, il cui significato ermetico è “visita le viscere della terra e troverai la pietra occulta”. Penetrare nel cuore della terra è in realtà un invito alla ricerca interiore del proprio sé per giungere alla consapevolezza della vera essenza umana. Questo è il concetto cardine dell’esperienza massonica da cui sono partiti il regista Francesco Afro De Falco – al suo esordio – e lo sceneggiatore Giovanni Mazzitelli per realizzare questo progetto puramente sperimentale che si cimenta in un genere ancora poco esplorato dal cinema italiano, il mistery, affrontato in gran parte con lo stile del falso documentario, o mockumentary, che ricorda molto The Blair Witch Project e il più recente Paranormal activity, ma che viene calato nel contesto di una Napoli sconosciuta anche a gran parte dei suoi stessi abitanti. La trama scimmiotta un po’ i ben noti Indiana Jones e Il Codice da Vinci, ma è un rischio che vale la pena correre se hai alle spalle un tessuto storico-artistico così solido e tangibile come quello del capoluogo campano. Muovendosi in luoghi reali e facilmente riconoscibili [dalla Reggia di Portici, al cimitero di Poggioreale e delle 366 fosse, o al tunnel borbonico e l’Ipogeo della Santissima Annunziata, ndr], pregni di storia e mistero, la ricerca di Lola e Davide diventa infatti assolutamente credibile. Unica nota, all’apparenza stonata, è un finale aperto a diverse interpretazioni, con un mistero risolto sbrigativamente lasciando – forse volutamente – in sospeso alcuni punti. Ma è interessante il modo in cui la regia riesce ad arrivare a quel finale: giocando – senza mai confondere lo spettatore (anche grazie a precise indicazioni cronologiche) – fra diversi piani narrativi (soggettivo, amatoriale, e finzionale) e visivi, intrecciando così le immagini amatoriali riprese dalla telecamera di Lola e Davide, gli spezzoni di documentario sui quali è innestata l’intera vicenda, la registrazione di Lola rivista al pc mentre rievoca i fatti accaduti settimane prima, e una ricostruzione puramente filmica che rappresenta il tempo reale. All’interno di questo labirinto strutturale si muovono i due personaggi, ognuno alle prese con il proprio VITRIOL, e con una ricerca non solo fisica, ma soprattutto spirituale dentro sé stessi.
Prodotto dalla Salvatore Mignano Communication e girato in quattro settimane con una troupe under 30, Vitriol è l’ennesimo prodotto low budget e indipendente che dimostra quanto in Italia il coraggio di sperimentare appartenga quasi esclusivamente alle nuove leve. Un coraggio che viene ripagato il più delle volte con una distribuzione in sala ai limiti dell’assurdo. Nonostante abbia ottenuto un riconoscimento dal Ministero dei Beni Culturali (a questo proposito va fatta una nota di merito alle sculture presenti nel film realizzate da Luca Nocerino, tra cui una riproduzione in scala 1:1 del Cristo Velato di Sanmartino), Vitriol sarà distribuito in sole 35 copie.
Qui di seguito le 11 sale in Campania dove si potrà vedere il film a partire dal 15 novembre.
- Casoria (Na) – Uci Cinemas
- Salerno – The Space
- Nola – Vulcano Buono – The Space
- Fuorigrotta (Na) – The Space
- Centro Commerciale Campania (Ce) – Cinepolis
- Mercogliano (Av) – Movieplex
- Torre Del Greco (Na) – Cinema Corallo
- Pozzuoli – Cinema Sofia
- Capri – Cinema Paradiso
- Napoli Vomero – America Hall
- Napoli Centro – Metropolitan
Enrica Raia
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