Dopo l’articolo sui bambini nati da transessuali, negli ultimi giorni le gravidanze degli adolescenti trovano attenzione nelle pagine dei quotidiani. Ha fatto scalpore la notizia (oggi seguita dal Tribunale dei minori) di una coppia di bambini appena entrati nell’adolescenza. Entrambi di Lecco ed entrambi undicenni. Pare che le origini della futura madre siano straniere, ma poco conta. La cosa fondamentale da sottolineare è proprio l’incapacità dei giovanissimi a gestire le informazioni che provengono dal mondo adulto. Mondo che appare deformato dai programmi televisivi e dalle pubblicità. Sì, perché quindici anni fa le ragazzine, a undici anni, giocavano ancora con le bambole e i maschietti si dedicavano ai transformers e alle consolle insieme agli amici.
Oggi tutto questo appare stravolto. Basti pensare all’aumento delle violenze sessuali verso le minorenni e compiute da coetanei, stupro singolo o di gruppo. Volendo trovare riscontro in una realtà “abitabile” ogni giorno, l’attenzione va posta al nuovo modo di vestire delle giovani – eccessivamente provocanti anche in tenera età. I ragazzini – dal canto loro – prendono esempio dalle circostanze, emulando atteggiamenti da giovani adulti. Atteggiamenti per i quali è richiesta consapevolezza e maturità che, non a caso, si acquisiscono con il tempo e con l’esperienza. Si tratta di tappe evolutive che non possono essere saltate a piè pari, non possono essere sottovalutate. E il mondo esterno come reagisce? Sembra che sussista una condanna effettiva, peccato che è all’ordine del giorno l’adolescente che rimane incinta di un suo coetaneo. Ed è solo quel poco di cui si è a conoscenza. Il disagio adolescenziale è sempre più dilagante e allarga ogni anno il suo target di riferimento.
La media, secondo gli specialisti del Congresso Europeo di ginecologia pediatrica e adolescenziale, era di 17 anni per la prima volta delle adolescenti italiane. Questo il dato di due anni fa. Secondo quanto trapela dalle pagine dei quotidiani locali, nel 2012 l’approccio al sesso avviene molto prima. La precocità di un atto così importante viene determinata dalla mancanza di prevenzione alla visione e all’ascolto. Il fruire così veloce di questa società, porta i genitori a non soffermarsi sulle problematiche e sui perché della quotidianità dei figli. Seno mostrato alle 16 in televisione (fascia protetta in cui i genitori dovrebbero poter stare tranquilli sui programmi trasmessi), banner di siti hot che compaiono improvvisamente sulle pagine internet visitate senza controllo, edicole tappezzate di giornali in cui si “grida allo scandalo” mediate fotografie di personaggi ritratti in atteggiamenti ben poco ambigui. Questi i pericoli, ma non solo. L’educazione sessuale dovrebbe essere materia di studio obbligatoria mediante lezioni con sessuologi e psicologi all’interno delle scuole, visti gli ultimi dati anagrafici, a partire dalla scuola media. Non si tratta solo del pericolo gravidanze – per quanto i bambini non dovrebbero crescere altri bambini, bensì imparare con e attraverso di loro. A preoccupare sono anche le malattie sessualmente trasmissibili e l’America – i cui dati del sesso precoce tra giovanissimi sono preoccupanti da anni – è l’esempio portante. La mancanza di informazioni, e della relativa prevenzione, ha fatto registrare una preoccupante contaminazione tra gli adolescenti.
E da quel mondo che “sforna” esempi arriva la censura. Il cinema è un’altra sfera che influisce sulla crescita dei giovani eppure in Italia è stato censurato “17 Ragazze”. Scritto e diretto da Muriel e Delphine Coulin, il film racconta la storia vera di diciassette ragazze – frequentanti lo stesso liceo – che decidono di restare incinte contemporaneamente. In uscita il 23 marzo, la Commissione esaminatrice ancora non sa se apporre il divieto ai minori di 14 o di 18 anni. La vergognosa motivazione sta in una scena in cui viene fumato uno spinello, quando è già trapelata la notizia della vera causa della censura: paura dell’emulazione e dell’istigazione alla gravidanza.
Roberta Santoro
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